Nel fine settimana del 22 e 23 febbraio, in diverse centinaia, giunti da tutta Italia, si erano accampati abusivamente nell’area di un capannone in disuso, in località Iana alle porte del Comune di Giove, con l’intenzione di proseguire il rave party fino al successivo martedì grasso che concludeva il Carnevale. Lunedì 24 febbraio, però, il Questore aveva disposto l’interruzione dell’iniziativa e lo sgombero dell’area occupata.
Le operazioni di sgombero, durate diverse ore con impiego di un centinaio di operatori della Polizia di Stato e dei Carabinieri, si erano concluse con l’identificazione e la denuncia di tutti i partecipanti ancora presenti, circa 400 persone, nonché con l’individuazione dei 15 organizzatori, nei confronti dei quali era stato disposto l’allontanamento con foglio di via obbligatorio ed il sequestro dei materiali utilizzati.
Ora la Divisione Anticrimine della Questura ternana, diretta dal Primo Dirigente Roberto Caffio, ha adottato il divieto di ritorno nel comune di Giove per oltre 200 persone, per lo più giovani in gran parte residenti in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna, tutti con precedenti penali ed abituali frequentatori di rave party.
I provvedimenti disposti dal Questore di Terni mirano ad assicurare il massimo livello di prevenzione, scongiurando il rischio che possano ripetersi analoghe iniziative di massa in un comune che soltanto il 3 maggio scorso era ancora dichiarato “zona rossa” in relazione all’emergenza sanitaria da coronavirus.