La vicenda Treofan è giunta all’epilogo finale! Dopo tante farse, bugie, dichiarazioni non rispondenti alla realtà Manfred Kauffman (l’amministratore delegato) è stato costretto a svelare la vera natura dell’acquisizione del gruppo Treofan da parte della multinazionale indiana Jindal. In virtù di una trimestrale in rosso, peraltro tutta da dimostrare, ai tempi del Covid, ha confermato la volontà degli azionisti di cessare l’attività dello stabilimento e di avviare la liquidazione dell’azienda. Una decisione “irrevocabile” e assolutamente necessaria viste le difficoltà di mercato ed economiche che hanno investito il gruppo e tutti gli stabilimenti europei.
Secondo le organizzazioni sindacali, invece, questa decisione ” altro non è che l’epilogo finale di chi ha acquisito il gruppo per togliere di mezzo un concorrente scomodo dal mercato e accaparrarsi la clientela”.
Le continue denunce, anche dettagliate, delle Organizzazioni Sindacali hanno messo in luce le contraddizioni a partire dai fondi comunitari ricevuti nel nostro Paese, la penalizzazione economica e produttiva per lo stabilimento di Terni della società controllata Treofan, in favore della controllante Jindal e degli altri stabilimenti del gruppo; la richiesta della Cassa per Covid contestualmente allo spostamento degli ordinativi di prodotti dallo stabilimento. Una serie di fatti che saranno finalmente approfonditi, in una chiara unità di intenti delle Organizzazioni Sindacali e delle Istituzioni.
É stato denunciato anche il rischio per le altre aziende del polo che si intrecciano nei servizi con Treofan, che a seguito del fermo delle produzioni della stessa, rischiano di compromettere la continuità produttiva. Un tema su tutti quello relativo alla depurazione delle acque reflue che oltre alla criticità delle altre aziende rischia di creare un problema ambientale per la cittadinanza ternana..
Filctem CGIL , Femca CISL e UILtec hanno inoltre fortemente contestato alla Treofan la modalità di chiusura delle attività produttive con la messa in liquidazione dell’azienda, in quanto questa non consentirebbe di accedere agli strumenti di ammortizzatori sociali e chiuderebbe la strada a possibilità di reindustrializzazione del sito per una continuità produttiva ed occupazionale.
I sindacati , unitamente alle istituzioni, hanno invitato l’azienda ad un ripensamento ed intraprendere percorsi diversi che possano consentire con certezza la possibilità di accedere alla Cassa Integrazione Straordinaria senza i licenziamenti ed intraprendere la strada della cessione del sito avvalendosi di un advisory per una reindustrializzazione del sito stesso.
“Siamo solo all’inizio di questa nuova fase – affermano le organizzazioni sindacali – nelle prossime ore attendiamo le risposte da parte aziendale per iniziare un percorso di cessione e ripresa delle attività dello stabilimento. Nel frattempo i lavoratori presidieranno lo stabilimento convocando l’assemblea permanente, in attesa di conoscere le prossime decisioni aziendali e soprattutto in attesa dei risultati delle indagini ministeriali avviate. Una cosa è chiara, non accetteremo mai di vedere chiuso un’altra produzione fondamentale per l’economia attuale e futura della Città di Terni e del Paese”.