Non si sono verificate le condizioni affinché l’associazione “Cittadini Liberi” si tramutasse in una Lista Civica da presentare come offerta politica per le amministrative del 10 giugno.
“Le condizioni ricercate – ha spiegato il prof. Luca Diotallevi, presidente dell’Azione Cattolica – non si sono determinate per una serie di ragioni contingenti, in particolare per lo scarso numero di innovatori in città, per il loro mancato coordinamento e per il loro isolamento rispetto alle dinamiche della società cittadina. A ciò si aggiunga il permanere dei tratti più deleteri del “sinistrismo” che continuano a produrre ritardi e intralci nella costruzione del nuovo perimetro degli innovatori”.
Dai problemi e dalle criticità emersi in queste settimane e dal fallimento di questa opzione in vista delle imminenti elezioni amministrative è comunque emerso il forte e comune intento di strutturare in maniera permanente e pubblica questa area politica, costruendo un percorso condiviso che chiami a raccolta gli innovatori attorno ad una moderna ed efficace visione della politica e della città futura.
All’incontro che si è svolto alla Feltrinelli hanno partecipato ex amministratori come Giorgio Armillei , Stefano Bufi, Sergio Filippi, Stefano Bolletta, il segretario del PSI di Terni, Rossano Pastura, il civico di Terni Città Futura, Michele Rossi e il professionista Giorgio Peppucci.
Il tema dell’incontro organizzato da CITTADINI LIBERI era “Terni, tra gestione del declino e populismi:un’alternativa è ancora possibile?”
Da qui nasce l’impegno della associazione come ha sottolineato da Tiziana Benucci, responsabile organizzativa:”
contribuire a delineare i confini della cultura politica che si oppone all’emergere dei populismi e dei sovranismi che, in Italia sembrano addirittura caratterizzare entrambe le nuove polarità politiche (populismi di destra,ovvero Lega e di sinistra, i 5 Stelle).
“Da un lato – ha spiegato Marco Sciarrini, presidente dell’associazione – c’è il drastico giudizio sull’esperienza politico amministrativa che ha condotto allo scioglimento del Consiglio comunale: la mancanza di una visione della città (trascuratezza e approssimazione anche nella gestione degli affari correnti, con la bocciatura del piano di riequilibrio finanziario come conseguenza e non causa della crisi) e l’inadeguatezza della classe dirigente; dall’altro si registra l’emergere a livello globale di un delineato disegno di impronta populista (anti casta ed etno-sovranista) che, anche a Terni, si accinge a conquistare il governo della città. In questo contesto, tra gestione del declino della vecchia politica e nuovi populismi, si delinea uno spazio politico vasto la cui organizzazione e rappresentanza stenta ad emergere, ma va coltivata: l’idea del valore della società aperta, accompagnata da una nuova visione della città”.