E’ morto a Terni Marco Collazzoni, musicista, artista. Aveva 50 anni. Ha perso la sua personale battaglia contro un male terribile contro il quale ha combattuto fino all’ultimo.
Collazzoni è stato un ottimo musicista, un sassofonista di rilievo ed è stato il direttore della Terni Jazz Orchestra.
Accanto alla musica la sua grande passione è stata la pittura.
Per la sua prima mostra personale era stato inserito nella rassegna “Officinae d’Arte”, curatore artistico Franco Profili presidente dell’Associazione Culturale CavourArt, nel primo dei tre appuntamenti in programma nell’anno 2017. Nell’androne di Palazzo Eustachi e nei locali di “Arte&Decò”, atelier di via Fratti a Terni, sono stati esposti suoi disegni realizzati con l’inchiostro di china e qualche dipinto ad olio. Si tratta esclusivamente di ritratti di persone care a Marco Collazzoni, amici musicisti, suoi studenti, resi con spiccata caratterizzazione espressiva. “I miei ritratti – aveva detto a Claudia Sensi – sono un modo per approfondire ancora di più il rapporto di conoscenza con queste persone”.
“Sono composizioni che si animano con pochi tratti irruenti, gestuali – ha scritto Claudia Sensi. La linea, il bianco e nero sono l’essenza del linguaggio estetico di Marco Collazzoni. Ma non da meno sono gli oli che presentano le stesse caratteristiche di velocità di esecuzione, pennellata libera e corposa, sintesi espressiva”.
Questo per dire che Collazzoni è stato anche un valido pittore oltre che un apprezzato jazzista.
A settembre del 2019 fu organizzata, per aiutarlo, una asta di solidarietà alla quale si riferisce l’intervista che potete vedere in copertina. In quella circostanza Marco parlò anche della sua malattia.
“Anche se stavo male e mi stavo curando, stavo facendo tante altre cose, tanti progetti – disse. Sono così felice che tutte queste persone, artisti, musicisti, insegnanti, si siano raccolti intorno a me per questa malattia. Io, in genere, ho sempre dato, ho dato tanto e indistintamente, nei progetti attuati. Soprattutto nella speranza di poter vedere tanti dei ragazzi che suonano nella nostra città avere un futuro diverso da quello che poteva essere 30/40 anni fa, quando si suonava per divertimento e poi si lavorava in acciaieria. Gli artisti devono avere la possibilità reale di potersi giocare le loro carte. Io ho cercato di fare il possibile per gli altri e gli altri mi hanno risposto in questo modo, per me è stato scioccante e toccante allo stesso tempo. Non me lo sarei mai aspettato. Tutte queste persone sono venute da me per manifestarmi il loro affetto. Questa giornata rimarrà scolpita dentro di me”.
Se ne è andato troppo presto.
RIPROPONIAMO ANCHE L’INTERVISTA CHE RILASCIO’ A TERNI IN RETE IN OCCASIONE DELLA SUA ESPOSIZIONE PER “OFFICINAE D’ARTE”