DI LEO VENTURI (TERNI OLTRE)
Non c’è pace per le centrali elettriche di proprietà ERG: diciannove centrali (fra cui la più grande Galleto), sette dighe con i relativi bacini (Salto, Turano, Aia, Corbara e Alviano), oltre cinquecento Mw di potenza installata e circa cento dipendenti chiamati a gestire il complesso sistema idroelettrico del valore di oltre novecento milioni di euro che rischiano, entro i primi mesi dell’anno, di ritrovarsi nuovamente sul mercato. La scelta di ERG deriva dalla volontà della famiglia Garrone di puntare su eolico e fotovoltaico con investimenti significativi in Italia e, soprattutto, in Europa. Per reperire le risorse necessarie, l’ipotesi di vendere gli asset idroelettrici e del gas si fa sempre più concreta. E’ ovvio che tale scenario necessita, per essere attuato, di alcuni passaggi societari che in tempi brevi potrebbero portare a un riassetto organizzativo di ERG attraverso la netta separazione degli asset: da una parte l’eolico e il solare, dall’altra l’idrico e il termico.
Questa operazione è necessaria e funzionale per avviare l’iter di vendita delle centrali senza escludere, nel caso di difficoltà nel portare a compimento tale operazione, l’ingresso di nuovi soci nella gestione dell’idrico e del gas. Prosegue così la via crucis degli impianti di Terni e del Lazio, iniziata circa venti anni fa quando l’Enel ne decise la dismissione. In pochi anni tre società diverse hanno gestito questo patrimonio, la spagnola ENDESA, la tedesca EON e, da ultimo, l’italiana ERG. In ballo non ci sono solo le eventuali ricadute occupazionali e professionali ma altri due temi: la tutela idrogeologica del territorio, funzione decisiva che da sempre assolve il personale di ERG chiamato a gestire gli impianti al fine di mantenerlo in sicurezza di fronte ai sempre più rapidi e violenti mutamenti climatici e la valorizzazione ambientale ai fini turistici della risorsa idrica, conciliandola con la produzione di energia elettrica.
Fondamentale il ruolo che devono svolgere le istituzioni locali e regionali in questa delicata fase che necessita di un’interlocuzione con ERG al fine di monitorare l’evolversi della vicenda. Uno degli obiettivi prioritari da perseguire è il mantenimento dell’unitarietà del sistema idroelettrico che, solo così, è in grado di assolvere le sue missioni sia in termini di produzione di energia sia in termini di tutela della sicurezza del territorio. In questa logica è utile che le regioni Lazio – nel cui territorio ricadono significativi impianti – e Umbria si confrontino per definire iniziative comuni tese a tutelare questo patrimonio e gli interessi delle relative comunità senza escludere, nel caso si creassero le condizioni, anche una loro presenza nella stessa gestione del sistema idroelettrico.