Il Coordinamento donne della Cgil di Terni esprime “forte perplessità” per uno dei requisiti necessari all’ammissione al concorso pubblico per 18 posti di istruttore di vigilanza per il Comune di Terni.
“Tra i vari requisiti – spiega il Coordinamento donne della Cgil – c’è quello di abilitazione alla guida di categoria “A” requisito, a nostro avviso, che rischia di penalizzare fortemente le donne, visto che secondo le statistiche questa tipologia di patente è molto poco diffusa tra le persone di sesso femminile. Stiamo vivendo una situazione di grave crisi economica, che nel nostro territorio si trascina ormai da decenni – continua il coordinamento – una crisi che non è uguale per tutti, ma penalizza alcune categorie più di altre e tra queste certamente le donne. Per questo, come Coordinamento donne della Cgil di Terni, chiediamo la possibilità di rimuovere tale requisito, che peraltro non è richiesto in selezioni simili (vedi forze dell’ordine) proprio allo scopo di consentire la partecipazione anche alle cittadine, conclude il coordinamento, valutando semmai l’acquisizione di questa topologia di patente in un momento successivo alla presentazione della domanda di ammissione”.
“In quanto garanti istituzionali della parità di genere – sostengono le consigliere di Parità della Provincia di Terni Maria Teresa Di Lernia e la vice Ivana Bouché – abbiamo inviato una pec al Sindaco Latini in merito al bando in quanto, a nostro giudizio, presenta aspetti che, oltre a contenere elementi confusi o ambigui, rischiano di penalizzare le donne. In particolare ci lascia perplesse il requisito relativo all’obbligo di patente A. L’ambiguità: possono accedere al concorso persone che hanno compiuto i 18 anni di età, ma la patente A si può conseguire solo a 24 anni di età. La penalizzazione per le donne: molte meno donne hanno la patente A, rispetto agli uomini; non è giustificato tale requisito visto che non è necessario viaggiare in moto per fare il lavoro a concorso (ci sono più auto che moto nel parco veicoli della polizia municipale di Terni); anche se, poi, questo fosse davvero indispensabile, si può indicare l’obbligo di acquisire la patente A entro 6 mesi dall’assunzione (per esempio). Al limite, la stessa proposta potrebbe valere per la patente B, considerando che anche il rapporto tra donne e uomini con patente B è a sfavore delle donne (su 10 persone con patente B solo 4 sono donne). Ci preme sottolineare che questo squilibrio si inquadra in un contesto che vede le donne fortemente penalizzate, in particolare dopo la pandemia: esisteva già un gap di più di 20 punti percentuali dell’occupazione femminile rispetto a quella maschile; alla fine di dicembre 2020 il tasso di occupazione femminile in Italia è arrivato al 48,6%. Riteniamo che il sindaco di una città come Terni non può ignorare questi dati – concludono le consigliere di Parità – e anche nel fare bandi di concorso deve fare una valutazione dell’impatto di genere, in coerenza con il Piano per le pari opportunità”.