La grave situazione pandemica e la ricaduta sul mondo del lavoro sono stati i temi al centro del pontificale di San valentino tenuto questa mattina del vescovo Mons. Giuseppe Piemontese nella celebrazione in onore del santo patrono della città.
Ad ascoltare le parole preoccupate di Mons. Piemontese la presidente della giunta regionale Donatella Tesei, il presidente della provincia di Terni Giampiero Lattanzi, il sindaco di Terni Leonardo Latini, il Prefetto di Terni Emilio Dario Sensi.
Il vescovo ha definito “nemico crudele” il covid 19 “che in Italia ha ucciso oltre 90 mila persone nell’arco di un anno e oltre 2 milioni 300 mila nel mondo”.
I danni prodotti da questa terribile pandemia “peseranno a lungo – ha detto ancora il vescovo – nella società e sui singoli, specie sui giovani”.
“In tale situazione sentiamo il bisogno di cogliere il senso di ciò che ci sta accadendo e riscontrare tre motivi ed elementi di speranza: innanzitutto lo spirito indicato da Papa Francesco nella preghiera in Piazza San Pietro sintetizzato nell’enciclica Fratelli Tutti; la speranza generata dal vaccino anti-covid e infine la memoria del 40° anniversario della visita del Papa San Giovanni Paolo Secondo alle acciaierie e alla città di Terni avvenuta il 19 marzo 1981”.
“Siamo in mezzo ad una tempesta – ha aggiunto ancora Mons. Piemontese – che si è abbattuta sul mondo, tutti stiamo sulla stessa barca e nessuno può pensare di potersi salvare da solo. L’umanità sta attraversando una crisi che mette in discussione equilibri che sembravano consolidati ma è anche premessa di novità, di rinnovamento. Così è stato nel passato ma la crisi non si supera senza la speranza offerta dal vangelo come è accaduto agli apostoli sulla barca in tempesta che si sono salvati grazie alla parola e all’intervento di Gesù. Non dobbiamo stancarci di pregare sempre e nello stesso tempo fare tutto quanto ci è possibile con più fiducia e speranza, la preghiera ci permetterà di sperare contro ogni speranza”.
“Siamo in attesa della risorsa miracolosa, il vaccino, nel quale sono riposte le speranze di salvezza dell’umanità ma ci vorrà tempo. La ripresa sarà lunga e faticoso sarà riparare i danni materiali, morali, economici e sociali e ripristinare il clima e la gara verso il progresso”.
“Se non cambiano gli stili di vita, le abitudini sbagliate e l’orgogliosa convinzione di un progresso all’infinito, di una libertà senza limiti, di egoismi temerari, l’umanità resterà sempre a rischio pandemie o di trasformazioni catastrofiche”.
Parlando dei temi del lavoro mons. Piemontese ha citato Papa Wojtyla nel suo discorso agli operai delle acciaierie: “ho visto il momento particolare di crisi industriale attraversato da questa regione ma anche la grande tradizione operaia che caratterizza questa città, condivido apertamente gli accenni fatti tanto al triste fenomeno della disoccupazione quanto alla pesantezza del lavoro di fabbrica, concordo pure nel dire che non è più accettabile che mezzo milione di creature muoiano di fame e si riempiano gli arsenali militari di terribili armamenti nucleari portatori di distruzione e morte. Ho molto apprezzato, cari lavoratori, la forte e indomita volontà di continuare con determinazione e con saggezza a difendere il vostro lavoro e la vostra dignità. Posso dirvi di essere venuto qui anche per offrivi di persona questa assicurazione. L’assicurazione cioè che il Papa è con voi, dalla vostra parte”.
Poi dal vescovo è venuto un endorsement pubblico in favore del Movimento dei 51, sorto a Terni quale contributo di idee per evitare il declino inesorabile della città
“La precaria situazione – ha detto Mons. Piemontese – richiede un supplemento di iniziativa, di inventiva e di collaborazione da parte di tutti , le autorità, gli imprenditori, chiunque ha a cuore questa nostra terra e il suo futuro. In questa luce guardo con interesse e incoraggio ad allargare la riflessione sul Manifesto 51 avviata a Terni da un gruppo di cittadini di differenti orientamenti ideali e politici in coincidenza con l’esplodere del covid 19”.
In duomo ad ascoltarlo anche il professor Luca Diotallevi , presidente di Azione Cattolica, che di quel Manifesto è l’ispiratore.