ore 16.00
Si vanno moltiplicando le iniziative a favore della Treofan. Eccone una con la quale alcuni gruppi consiliari esprimono solidarietà ad una eventuale azione di esproprio da parte del sindaco.
“Solidarietà assoluta alle lavoratrici e ai lavoratori della Treofan. Il sindaco prenda provvedimenti. Come opposizioni – dichiarano in una nota congiunta i consiglieri comunale di Senso Civico, Pd, Movimento Cinque Stelle e Terni Immagina – sono pronte a sostenere qualsiasi iniziativa, anche l’esproprio”.
“Come ternani siamo stanchi di chi considera la nostra città una terra di conquista per le sue attività predatorie. Come ternani – proseguono i gruppi consigliari di opposizione – chiediamo a gran voce che chi è stato eletto sindaco della città vada oltre le visite di cortesia e qualche passerella. I lavoratori del territorio non sono parenti malati da andare ogni tanto a consolare, fra una messa e l’altra. Le manifestazioni di lotta non sono processioni a cui partecipare battendosi il petto. Oggi è in gioco non solo il presente di 142 famiglie ternane, ma il futuro stesso della produzione ternana e dell’intera città. Chi è stato chiamato a guidarla ha il dovere di essere presente ai tavoli delle trattative, attivarsi personalmente per il coinvolgimento di privati interessati, battere forte i suoi pugni ed esporsi minacciando e se necessario utilizzando davvero ogni potere che la legge gli attribuisce per difendere l’interesse pubblico, anche l’esproprio. I ternani non hanno paura e hanno bisogno di essere guidati da chi non ne ha. Le opposizioni sono pronte a sostenere ogni azione forte del sindaco”.
ore 11.00
Presa di posizione dei sindacati nazionali.
TREOFAN, JINDAL RESPINGE L’ACCORDO DEL LIQUIDATORE, FABBRICA OCCUPATA.
Ennesima fumata nera da parte del board di Jindal, che ha ancora una volta rigettato le mediazioni elaborate con il liquidatore della Treofan. Un punto di mediazione sofferto che avrebbe agevolato il processo di reindustrializzazione del sito produttivo. Un punto di mediazione equilibrato ancora una volta reso vano dall’arroganza del management della multinazionale indiana di cui l’unico obbiettivo è quello di distruggere definitivamente lo stabilimento di Terni, trascinando in una complessiva agonia l’intero polo chimico e la comunità ternana. I lavoratori e le OO.SS. hanno da sempre ricercato un accordo che prevedesse la continuità produttiva, pur in presenza di molteplici opportunità legali da fare valere nelle sedi opportune dopo le tante malefatte degli amministratori dell’azienda. Ieri sera Jindal rigettando l’accordo ha decretato la indisponibilità a trovare una soluzione pacifica alla vertenza, motivo per cui ora, si prepara la durissima battaglia legale che porterà la multinazionale di fronte ai giudici italiani e saranno chiamati a rispondere. Nel frattempo la fabbrica torna nelle mani dei lavoratori che da oggi OCCUPANO LO STABILIMENTO IMPEDENDO CHE UN SOLO MACCHINARIO ED UN SOLO GRAMMO DI PRODOTTO SIA PORTATO FUORI.
ore 10.00
Articolo UNO esprime vicinanza e solidarietà ai 142 lavoratori della Treofan e alle loro famiglie per l’esito negativo della trattativa sindacale con il liquidatore e la multinazionale Jindal. La proposta di mediazione delle organizzazioni sindacali al termine della procedura di liquidazione in scadenza il 10 febbraio, ha ottenuto come risposta un diniego assoluto dell’azienda che ha deciso di cessare l’attività, chiudere le produzioni e licenziare.
E’ inaccettabile e provocatorio che una multinazionale per anni abbia utilizzato il nostro territorio e le nostre risorse, umane e produttive, ed ora non riesca a trovare una soluzione alternativa al totale smembramento del sito, producendo danni da un punto di vista occupazionale ed economico all’intero territorio, depauperato del suo valore storico nel settore chimico.
Chiediamo di nuovo con forza l’intervento delle istituzioni affinché esigano la difesa dei posti di lavoro e della produzione, cercando soluzioni e pretendendo dalla Jindal la riapertura delle trattative.
Al contempo, riteniamo dirimente e necessario l’intervento del Governo per una più generale attenzione al nostro territorio e alle produzioni di eccellenza che lo hanno da sempre caratterizzato.
Articolo UNO sostiene i lavoratori e le organizzazioni sindacali nella battaglia e nelle azioni che intenderanno mettere in campo per salvare la Treofan e un territorio abbandonato a se stesso, anche a causa dell’insipienza di istituzioni locali silenti e dell’arroganza di multinazionali indifferenti al valore umano del lavoro.
ore 08.00
La storia era già scritta: a qualche ora dal licenziamento effettivo i lavoratori della Treofan sono entrati in fabbrica e l’hanno occupata. Per loro non vuole essere una conclusione della vicenda, ma solo un forzare la mano davanti alla indisponibilità della multinazionale indiana Jindal, proprietaria del sito, a vendere il complesso ternano, cosa che blocca qualsiasi possibilità di acquisizione da parte di altri soggetti. Gli incontri tra il liquidatore Ettore del Borrello e i sindacati sono stati inconcludenti e per questo si è proceduto alla occupazione. Ieri sera poi sempre i lavoratori hanno fatto il loro ingresso in campo nell’intervallo della partita della Ternana per sottolineare, semmai ce fosse stato motivo, la loro difficoltà. Sono previste anche altre iniziative che verranno comunicate nell’arco della giornata.
I dipendenti, insieme ad organizzazioni sindacali di categoria e rsu, all’interno del sito hanno affissi degli striscioni di protesta, in direzione della proprietà Jindal. In fabbrica erano presenti anche il sindaco Leonardo Latini e l’assessore comunale allo Sviluppo economico Stefano Fatale.
“Si sta verificando l’epilogo che temevamo, da dopodomani 142 lavoratori staranno a casa” è l’ allarme lanciato dai dipendenti, la maggior parte dei quali ultracinquantenni, ancora lontani dall’età pensionabile.
“E’ da 33 anni che sono in questa azienda – ha spiegato Roberto Liti – e mai avrei pensato ad un epilogo così. Questo stabilimento non ha mai avuto problemi, abbiamo fatto gli straordinari nel periodo dell’emergenza Covid, però mette soggezione al resto del gruppo. La chiusura è il risultato di politiche italiane sbagliate, che lasciano che imprenditori esteri vengano in Italia per prendere la produzione e farla loro”.
“Ci aspettavamo qualcosa di più dalle istituzioni – ha aggiunto un collega – ma il Governo, e non solo lui, latita”.
La speranza di lavoratori e sindacati è comunque che possa esserci ancora uno spiraglio nella trattativa “per continuare a lavorare”. In tarda mattina si è svolta un’assemblea con la presenza, in videoconferenza, delle segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Ugl chimici, mentre nel pomeriggio è previsto un incontro tra Regione e ministero dello Sviluppo economico. Domani la vertenza sarà invece all’attenzione del ministero del Lavoro per l’eventuale firma dell’accordo conclusivo tra azienda e sindacati.