La frutta non era di suo gradimento. Per questo motivo un detenuto al 41bis, nel carcere di Terni, ha colpito con un manico di una scopa, alla testa, un assistente capo della polizia penitenziaria. Il fatto è successo venerdì e in serata l’agente è stato dimesso dal pronto soccorso dell’ospedale di Terni con una prognosi di guarigione di 7 giorni per un trauma cranico dovuto alla botta in testa ricevuta.
“Il problema è diventato sociale – sostiene Francesco Petrelli, della segreteria nazionale della UGL polizia penitenziaria – mancanza di personale e soprattutto personale anziano che non riesce a fronteggiare la veemenza e l’arroganza di soggetti che ormai si sentono in grado di poter comportarsi in qualsiasi modo. La situazione di Terni è allarmante, pochissimo personale del posto e tantissimi dipendenti frontalieri da fuori Regione che devono garantire la pseudo sicurezza di circa cinquecento ospiti.
Il decreto Madia – aggiunge Petrelli – che non parla più di contingenti e di piante organiche, se non verrà corretto, in base a determinati parametri ridurrà sensibilmente ancora il personale a disposizione. Una politica sbagliata che abbassa sempre di più i livelli minimi di sicurezza.
Il sistema penitenziario seppur riformato – conclude Petrelli – fa acqua da tutte le parti, assenza di disciplina e benefici oltre il limite come garantismo ipocrita che consente solamente il proliferarsi di azioni impunite. L’istituzione carcere deve si garantire il reinserimento del detenuto ma deve assolvere anche altri prioritari compiti, far scontare la pena facendo assumere al detenuto un comportamento diligente e dignitoso. Il problema degli istituti è lo stesso che si vive all’esterno, poca sicurezza, troppo perbenismo e qualsiasi beneficio è sempre favorevole al reo. La società è lo specchio del carcere, è un problema culturale.”
Dalla UGL un augurio di pronta guarigione all’agente ferito.