Nei giorni scorsi il Questore di Terni Roberto Massucci ha voluto consegnare un riconoscimento al Professor Massimo Zavoli, insegnante del Liceo Artistico “Orneore Metelli”, con il quale negli ultimi mesi è nata una proficua e preziosa collaborazione che ha portato, in occasione della Giornata della Memoria 2021, alla realizzazione del progetto incentrato sulla vita di Michelangelo Onigi, poliziotto in pensione, sopravvissuto al campo di concentramento di Buchenwald.
Nella motivazione del riconoscimento, in quanto “Amico della Questura di Terni”, il Questore Massucci ha voluto evidenziare il senso delle Istituzioni e la cultura dimostrati dal Professor Zavoli, nonché il valore di legalità, rappresentati attraverso la sua opera artistica e didattica.
Artista versatile e sensibile, profondo conoscitore della storia italiana del ‘900, anche per esperienze familiari, il M° Zavoli ha donato al Questore due sue incisioni, due opere d’arte calcografica, che raffigurano le grandi tragedie che hanno contrassegnato il secolo scorso: un’acquaforte che rappresenta l’Olocausto, utilizzata come manifesto del docu-film “27 gennaio Giorno della Memoria – Michelangelo Onigi – la nostra storia” e in occasione del Giorno del Ricordo, un’acquaforte/acquatinta che rappresenta la tragedia degli infoibati.
Questa la descrizione delle due opere attraverso le parole dell’autore.
“MAI PIÙ” acquaforte anno 2014
Una sera di gennaio, anzi il 27 gennaio 2014, aiutando mio suocero, ultranovantenne, a togliersi un pigiama a righe, ho associato quell’azione alle immagini viste quella sera in TV. Immagini di persone scarne, nude o con una casacca a righe. Ho messo la giacca e i pantaloni del pigiama a terra e pensavo che dentro quegli indumenti non ci fosse più la persona. Davanti a me, in un attimo, passavano velocemente tutte le immagini che i media trasmettevano già da diversi giorni: le persone in fila dietro il filo spinato dei percorsi, il treno, uomini e donne con la casacca o con appena una coperta, la porta di accesso al campo… Tutti questi particolari li ho ricomposti ricreando una mia ambientazione, cioè un binario con le palizzate in parallelo al filo spinato. Attraverso una vista prospettica si entra nella porta di accesso all’area e al di là di essa, ci sono alcune persone, con evidenti segni di malnutrizione, e dalla torretta sopra all’ingresso appare una mano con un numero tatuato (casuale) che chiede aiuto. Al centro della scena, le casacche vuote di un uomo, di una donna e del loro bambino diventati oramai fantasmi. In primissimo piano c’è la loro valigia aperta, anch’essa vuota come fosse legata allo stesso destino delle persone.
“INFOIBATI ISTRIANI” acquaforte/acquatinta anno 2020
Mio nonno Arcangelo è stato militare nella Guardia di Finanza con servizio anche a Pola nella penisola istriana e mi raccontava dei suoi turni di guardia in prossimità del confine iugoslavo. Ero piccolo e non sapevo cos’era l’Istria. Da adulto ho conosciuto un’altra pagina di storia. Anche in questo caso, ho associato quel periodo di storia istriana a mio nonno, quindi ho rappresentato una cavità carsica irregolare dove alla sua imboccatura alcuni militari titini legavano con il filo spinato le persone. Uccidevano la prima persona del gruppo, facendo in modo che cadendo nella cavità, questa si portasse dietro le altre persone vive. Ho pensato allo stato d’animo di quelle persone che se rimanevano in vita, anche per poco, vedevano tra i morti i loro congiunti ed amici. Nel disegno, alla base di questa grotta ho rappresentato corpi senza vita e abbastanza visibile, un teschio mimetizzato nella roccia. Le persone chiedevano aiuto, un aiuto inascoltato …. Nel mio disegno grafico ho inserito una mano che fuoriesce all’esterno dal profilo della caverna che grida “Aiutooo”.
Ho inciso questi due disegni sulla lastra perché la memoria di ciò che è stato rimanga impresso in noi e ci insegni che la storia non può essere vissuta invano e quindi “Mai più”.
Massimo Zavoli