“Oggi è un giorno speciale, un giorno di gioia, di emozione per tutti noi. Ogni giorno io comincio con una frase, quasi un mantra, e vi dico ecco i nostri inviati , li ringraziamo, sono la nostra voce e i nostri occhi dove tutto accade in tempo reale. Ebbene oggi è accaduto qualcosa di straordinario, in tempo reale, proprio mentre il nostro inviato era lì sul campo per raccontare un fatto che aveva colpito tutti noi, la sparizione di un bambino. Da 30 ore non si avevano più notizie di Nicola, misteriosamente sparito, mentre dormiva, dal suo lettino. Ebbene questa mattina il nostro inviato Giuseppe Di Tommaso ha sentito qualcosa mentre stava camminando. Ha sentito un lamento e quel lamento era di Nicola.”
Lo ha detto Alberto Matano introducendo la puntata numero 195 de “La vita in diretta”, ancora visibilmente commosso per il ritrovamento del piccolo Nicola avvenuto per merito del suo inviato sul posto.
Matano ha fatto riascoltare la telefonata di Giuseppe Di Tommaso (facendo vedere anche le immagini) del ritrovamento: “Alberto l’ho trovato io , ce l’ho qui davanti, ti giuro. Stavo camminando a piedi da solo, ho sentito una voce, sono sceso per questa scarpata però era troppo ripida…. così abbiamo appreso – dice Matano – che il piccolo Nicola era salvo. Mai avremmo immaginato di poter raccontare una cosa così bella e di essere testimoni diretti.”
Poi Di Tommaso racconta come sono andate le cose: “Erano da poco passate le 9 stavo andando verso la cascina dove era sparito 30 ore fa il piccola Nicola di 21 mesi. Ho chiesto alla mia troupe di essere lasciato per strada, una strada sterrata che dal centro abitato porta alla casa dove vive la famiglia e dopo 2 minuti, in un punto dove si apriva la valle perché la boscaglia era, è, davvero prepotente in questo territorio, ho sentito un lamento e dopo ho iniziato a chiamare, dapprima con un tono di voce moderato, Nicola e ho sentito una parola che proveniva da 40 metri sotto , nella scarpata – mamma – da quel momento ho iniziato a scendere per questa scarpata, sono scivolato, mi sono avvicinato a un rovo e dentro si trovava il piccolo Nicola. Quando l’ho intravisto è stata un’emozione davvero forte. La premura, in quel momento, era quella di andare in un punto e chiedere aiuto. Allora cosa ho fatto , ho sentito il rumore di un auto, sono risalito su ed erano i carabinieri , li ho fermati e gli ho detto – vi prego seguitemi, laggiù c’è il bambino – un carabiniere è venuto con me, ha verificato ed era proprio Nicola”.