Le sardine dell’Umbria hanno ricordato l’anniversario della strage alla stazione di Bologna con un flash mob che si è tenuto questa mattina alla stazione di Terni.
L’appuntamento era per le ore 10. Con trolley e borse come se si fosse destinati a intraprendere un viaggio. Quel viaggio interrotto o mai iniziato per le 85 vittime della strage, quella mattina del 2 agosto 1980. Erano le ore 10,25. Un fischio alla stessa ora, questa mattina, ha dato la ripartenza.
Fra le vittime anche Sergio Secci, universitario ternano, al quale era idealmente dedicata l’iniziativa delle sardine. Sergio Secci stava andando a Bolzano. Era partito la mattina presto da Forte dei Marmi, dopo una serata in compagna di amici bolognesi, ex compagni di università. Il treno su cui viaggiava giunse in ritardo alla stazione di Bologna: perduta la coincidenza per Bolzano delle 8.18, Sergio si rassegnò ad aspettare il convoglio successivo, che sarebbe partito dal binario ovest alle 10,50.
La terrificante esplosione non lo uccise subito: ferito in modo che lasciava poche speranze, venne trasportato al “Maggiore”. Per ricostruire la sua identità, i medici gli mostrarono uno dopo l’altro foglietti di carta con lettere dell’alfabeto: quando veniva la lettera giusta, lui faceva un leggero cenno del capo. Comunicò in quel modo le generalità e l’indirizzo di Terni. Riuscì anche a chiedere che avvertissero solo il padre, non la madre, che non stava bene. La sua agonia durò cinque giorni: morì al reparto di rianimazione, il 7 agosto.
Il padre di Sergio Secci, Torquato, morto nel 1996 , è stato il primo presidente presidente dell’associazione famigliari vittime della strage alla stazione di Bologna.
Sua madre, Lidia Secci è deceduta lo scorso marzo.