Audizione in Terza commissione regionale di alcune insegnanti con diploma magistrale sulla situazione che si è venuta a creare dopo l’applicazione della legge dello Stato ‘107/2015′, conosciuta come ‘La buona scuola’, e la sentenza del Consiglio di Stato del 20 dicembre 2017, che ha sancito che il loro titolo di studio abilita all’insegnamento, ma soltanto in seconda fascia, quella delle supplenze fino al 30 giugno, precludendo loro l’inserimento in prima fascia, quella della Graduatoria ad esaurimento (Gae), con contratto a tempo indeterminato.
Le insegnanti hanno voluto far sapere ai membri della Commissione che essendo state escluse dalla Graduatoria ad esaurimento e comprese in quella dei supplenti per tre anni senza ulteriori prospettive , temono di finire in un vortice di licenziamenti in massa, nonostante gli di insegnamento e di formazione nel mondo della scuola . Al contempo si augurano che il consiglio regionale dell’Umbria segua l’esempio di quello piemontese che il 16 gennaio scorso ha deliberato un ordine del giorno con cui impegna la Giunta ad adoperarsi in tutte le sedi istituzionali, parlamentari, governative e ministeriali affinché si trovi una soluzione che tuteli i lavoratori, gli allievi, le famiglie e l’intera comunità educante attraverso la salvaguardia dei contratti a tempo indeterminato e la tutela dei diritti dei docenti in possesso del diploma magistrale.
Il diploma magistrale è sempre stato abilitante all’insegnamento, come ribadito ex lege dal Decreto presidenziale del 1998, firmato dall’allora Capo dello Stato, Oscar Luigi Scalfaro. Successivamente però, lo Stato, in accordo con i sindacati confederali e il Miur, ha deciso che i diplomati magistrali dovessero rientrare addirittura in terza classe di graduatoria, quella che comprende i non abilitati, per incarichi che non superino i dieci giornicontinuativi.Nel 2014, a seguito del parere del Consiglio di Stato, il Miur riconobbe che il titolo magistrale da sempre abilita all’insegnamento,collocando però i maestri nella seconda fascia, quella dei supplenti. Partì una raffica di ricorsi al Tar, al Giudice del lavoro e al Consiglio di Stato,con pronunciamenti sempre differenti: alcuni accolsero, altri rigettarono e altri ancora non si ritennero competenti a giudicare.
Ben 43mila diplomati magistrali furono immessi in Gae dalla Settima sezione del Consiglio di Stato e, per dirimere le disparità, fu chiesto il parere del Consiglio di Stato in adunanza plenaria. Il parere è stato negativo: anche i docenti in Gae con incarico annuale e anno di prova superato devono essere rispediti in seconda fascia supplenti. In Italia sono 60 mila persone, dei quali 6 mila in ruolo con riserva; in Umbria 897 in Gae e 60 in ruolo con riserva.