Terni si è trasformata in un set cinematografico per girare le riprese di ‘Una preghiera per Giuda’ film con un cast internazionale, la regia di Massimo Paolucci, prodotto da Daniele Gramiccia per la Emy Productions di Giovanni Franchini.
È la storia di due boss rivali che, a seguito della strategica scarcerazione di uno dei due, scateneranno un turbine di eventi, travolgendo, inevitabilmente, i membri delle proprie famiglie. Una lotta per l’onore e la vendetta che sarà prepotentemente ostacolata da un Colonnello dei Carabinieri testardo e ligio al dovere, che cercherà eroicamente la giustizia in un’originale – e a tratti divertente – alleanza con una ambiziosa agente della CIA in incognito. Sullo sfondo della lotta alla malavita, un film che affronta temi universali quali la famiglia, la gelosia, i percorsi spirituali, la crescita personale e il giudizio morale.
“È un film che nasce da un’idea del produttore Giovanni Franchini – spiega il regista Paolucci – e ci sarà all’interno del cast il promettente figlio Emilio Franchini che è già alla sua terza opera. Per quanto riguarda noi abbiamo abbracciato il progetto perché esce dagli schemi. Il film è molto intelligente, è condotto bene dagli attori. Francesco Maria Dominedò sta curando per noi tutta la parte artistica. Si è preso la briga di andare a parlare con gli attori per vedere se erano più o meno pronti per fare questo genere di film e grazie a lui, grazie al produttore, grazie alla produzione esecutiva abbiamo creato una sinergia tale che ci ha permesso di fare veramente un gruppo di lavoro importante per tirare fuori un progetto di lusso.”
Gli attori sono di tutto rilievo: l’americano Danny Trejo, attore-feticcio di Quentin Tarantino e Robert Rodriguez, l’attrice e produttrice ucraino-americana Natalie Burn, Marcello Mazzarella, Rosario Petix, Bruno Bilotta, Tony Sperandeo, Francesca Rettondini, Jane Alexander, Emilio Franchini. E poi c’è la ternana Martina Nasoni.
“È un’esperienza che mi sta lasciando veramente senza parole, racconta la vincitrice del Grande Fratello 2019, un ambiente che amo da morire. È sempre stato un po’ un mio sogno nel cassetto, diciamo il più importante e adesso ritrovarmi sul set di un film come questo mi fa strano e allo stesso tempo mi riempie il cuore di gioia. Mi trovo a mio agio, sento di aver trovato il mio posto nel mondo, sul set. Gli attori sono stati tutti veramente molto carini. Inizialmente avevo paura magari di trovarmi in qualche situazione spiacevole con i miei colleghi, più che altro perché magari hai paura, le classiche paure che si hanno quando si inizia un nuovo percorso, di non trovarsi bene con le persone con cui si lavora, perché tutto è possibile. Invece mi sono trovata benissimo con tutti, sono tutte persone straordinarie, super affidabili, super gentili, mi hanno messo a mio agio e mi rendono la vita molto semplice sul set.”
“Avevamo chiuso il cast, aggiunge Massimo Paolucci, poi improvvisamente è apparso questo fiore e abbiamo fatto un po’ una figuraccia con l’altra persona che avevamo scelto. Martina Nasoni non credo che la scopriamo noi come aspetto e come posa. Noi l’abbiamo scoperta a livello cinematografico perché le abbiamo dato un ruolo importante e impegnativo. L’ha assolto pienamente quindi sarà pronta per il lancio cinematografico e ce lo auguriamo tutti perché lo merita in quanto si impegna.”
Martina Nasoni interpreta Mary, la figlia del boss.
“Questo personaggio è molto molto forte, spiega, vivrà delle emozioni molto forti e contrastanti, cambierà parecchio durante il cammino. Inizierà questo percorso da ragazzina e lo concluderà da donna, più consapevole di se stessa e di ciò che la circonda. Prenderà coscienza della propria vita, della vita in cui si trova e dei propri parenti diciamo e vivrà delle emozioni davvero molto molto forti anche un po’ spiacevoli, ma davvero d’impatto.”
Per interpretarlo dove trovi ispirazione?
“Come magari farei in altre situazioni cerco di trovare le risposte in me stessa, di immedesimarmi e di essere il più possibile empatica, quindi mi metto al posto della persona e del personaggio che sto interpretando e cerco di tirare fuori le sensazioni che può provare mentre sta facendo un’azione qualunque essa sia. Quindi diciamo che è un viaggio dentro di me, infatti questo lavoro mi aiuta tanto anche con la mia personalità, a scoprirmi.”
Questo film doveva essere girato in Sicilia e invece poi ti sei ritrovato a casa tua.
“Infatti mi viene ancora da ridere, per me è assurda come cosa. Mi sono ritrovata dal dover andare molto lontano da casa mia, quindi anche a fare un percorso che sarebbe stato completamente diverso perché lontano da casa insomma è tutto un po’ più difficile e mi sono ritrovata invece a stare qua. Questo mi sta aiutando perché comunque torni a casa, hai la tua famiglia e poi parlarne. Sto iniziando questo percorso nella mia terra quindi qualcosa vorrà pur dire, magari mi porterà bene.”
E al regista Massimo Paolucci chiediamo come è caduta la scelta sul ternano?
“È stata una scelta quasi casuale. Noi dovevamo stare in Sicilia perché la storia è prettamente siciliana, però mentre eravamo pronti per partire c’è stata un’esplosione di covid. Abbiamo aspettato fino all’ultimo per poter far partire il film, ma non c’è stato possibile perché i contagi salivano e non potevano mettere a rischio né il film, che ha costi importanti, né il resto del paese che avremmo contagiato entrando in molti ambienti. Quindi abbiamo fatto di necessità virtù e ci siamo spostati verso l’Umbria dove avevamo già lavorato l’inverno prima. Siamo andati alla ricerca di situazioni che più o meno potessero essere utili e ci siamo ritrovati per le location e quant’altro a Terni e ci abbiamo guadagnato. A questo punto dico che è un film fortunato”.
Lo sa che un film girato a Terni ha vinto l’Oscar? Può essere di buon auspicio.
“Parliamo di Papigno ‘La vita è bella’ che pregia noi italiani e noi che facciamo cinema. Stare nella terra di un Oscar ci fa piacere e ci auguriamo, non dico tanto di arrivare all’Oscar pure noi, ma di regalarvi un premio anche noi come voi ce lo state regalando.”
Massimo Paolucci si afferma come organizzatore generale con opere teatrali e cinematografiche, affacciandosi alla regia dopo molti anni passati accanto a registi quali Damiano Damiani, Pasquale Squitieri, Bruno Mattei, Mario Bava, Lucio Fulci. Il passaggio alla regia avviene con Photoshock, girato interamente in un Monastero della Calabria. Quindi, Medium pellicola thriller di prossima uscita, prodotto sempre dalla Emy Productions.
“Sono alla mia terza opera. Mi vanto di fare questo film che è la seconda opera con la Emy Productions, una giovane produzione che viene comandata e pilotata dal sapiente Daniele Gramiccia insieme al suo seguito. Gestiamo una sceneggiatura scritta a quattro mani da Lorenzo De Luca e Andrea Fucà. Lorenzo De Luca è una firma importante nel panorama degli sceneggiatori e cura molto tutto ciò che fa De Laurentiis e ciò che viene dall’estero. Abbiamo messo in questo film la serie A intesa anche come truppe e questo è un bel vantaggio per noi che ci lavoriamo”.
Nello staff di ‘Una preghiera per Giuda’ c’è anche la bravissima fotografa narnese Melissa Marchetti che ci ha regalato questi scatti.