I rapper sono nell’occhio del ciclone per i duri contenuti dei testi delle loro canzoni. E’ un fatto però che oggi la loro musica è quella più ascoltata e più venduta. E’ un fatto, piaccia o meno. Basta scorrere la classifica settimanale della Fimi. L’ultima vede in testa Gue Pequeno seguito da Geolier, Ernia e Tedua. Nella Top10 ci sono ben 9 rapper. Un dominio totale, assoluto. Dunque, un fenomeno, peraltro non solo italiano. Sarà il caso di analizzarlo e non demonizzarlo.
Qualche giorno fa la press agent Mariella Tavaglione ha mandato una cartella stampa per Aimad (Damiano Bonaventura Casicci) un rapper ternano che a settembre compirà 20 anni. Nella cartella c’era anche il testo dell’ultimo singolo di Aimad che la prossima settimana sarà rilasciato su tutte le piattaforme. Si intitola “Bianco”. Un testo forte che, ascoltato distrattamente, può sembrare l’elogio dell’uso di certe sostanze. Non è così, è l’esatto opposto. Abbiamo avuto l’opportunità di incontrare Aimad che ci ha spiegato cosa vuole dire con quel brano.
IL TESTO DI “BIANCO”
Un abbraccio per te è sempre poco
Mi faccio ancora non ti sa di nuovo
Sarà che tuo figlio mai che ha vinto ha sempre vinto l’odio
Poco bene è uscito da quell’uovo
Ti chiamavano da scuola “vienitelo a prendere”
ho smesso a scuola e non ho smesso di vendere
Spento cerco da accendere
mento se sorrido tanti pianti che divido li vorrei vendere
Comprerò una collana vestirò serenità
Eravamo noi e Leonardo sai non c’era papà
È tornato in ritardo ha trovato solo AimaD
Crescendo ho colto il prezzo della felicità
Non seguo una regola è quella di vivere fammela più grande che non c’ho voglia di vivere
E tu fatti da parte quando c’ho voglia di scrivere
Hai fan dalla tua parte ma anche loro fanno ridere
Solo sto nel mio mood
Già mi sento il più cult
Fai più schifo del tuo look
Flow di legno come groote
Campomajor la mia route due barre e non ti vedo più
Rit.
Vedo bianco
Ci vedo male
Fracio marcio manco le scale sono stanco non mi voglio alzare
Sono fatto, non posso parlare
Scrivo un sacco se sto male mica male se va sempre male
Voglio ordine lava con lava
Se do l’ ordine spara tu spara
Vita mala o mala sorte oggi chiama
Mando all in il diavolo con me non si bara
Soffoco uno sbirro in onore di Floyd
Poi mi compro il fumo coi soldi di Renzi
Sto perdendo i sensi non vincete voi
Canto ancora italiano ma ancora non comprendi
È sembrata iniziare quando già finita
Ho voluto sbagliare mi son messo alla guida
Ho voluto esitare ma a te non l’ ho detto
Ti mangio e poi sparisco frate hannibal lector
È passato il passato ed ecco che mi resta
Qualche amico in giro che se sgarri ti pesta
Ho il mio clone nell’area condividiamo l’aria
Chi tiene dentro l’aria mi sa vive in Italia
Sto sveglio la notte giorno o mattino
Per fare certe cose devi avere i tuoi turni
Per sentire le tue cose mi serve un digestivo
Forti già da bambini ed ora mezzi adulti
Tu fai i pezzi i corti tipo che li allunghi
Ma con me sta volta credo non la spunti
Ho sputato il rospo ho rimesso i punti
Chi ha le mani sporche ha i capelli unti
Rit.
Vedo bianco
Ci vedo male
Fracio marcio manco le scale sono stanco non mi voglio alzare
Sono fatto, non posso parlare
Scrivo un sacco se sto male mica male se va sempre male
“Vedo bianco, vuol dire che vedo la droga, ci vedo male, non dovrei vederlo, sto male e non voglio vederlo più. Non voglio dire fatelo, voglio far capire come mi sento io in quel momento, e fondamentalmente non sto facendo una cosa giusta”.
Ad un certo punto Aimad scrive: “ho voluto sbagliare, mi sono messo alla guida”, fa riferimento a un fatto personale che gli accaduto questo inverno.
“Sì, ho sbandato con la macchina, stavo troppo male per guidare però mi sono messo alla guida lo stesso, ho voluto sbagliare”. Nell’incidente , in via Eugenio Chiesa, la macchina è andata distrutta, a Damiano Bonaventura è stata ritira la patente ma lui, fortunatamente non si è fatto niente. “Questo fatto mi ha insegnato che la prossima volta la macchina la faccio guidare a qualcun altro oppure ci dormo in macchina”.
Questo singolo esce in un momento particolare per la città, dopo la morte di due adolescenti, Flavio e Gianluca, che hanno perso la vita a causa di “sostanze droganti”. “Ci sono rimasto male – dice Aimad – oggi è diventato pericoloso fare quelle cose che ho fatto io di cui parlo nel brano, ho avuto amici che mi hanno influenzato, con i quali ho fatto cose ma loro non mi avrebbero mai fatto del male, mi sono sempre sentito protetto dal mio gruppo”. Poi Damiano aggiunge: “in un città come questa, priva di stimoli, priva di tutto è normale che uno vada a cercarsi un modo per svagarsi però non è non è normale che non si risvegli la mattina dopo. Con tutti gli esempi che ci stanno oggi, con tutte le immagini sui social, con tutti i messaggi che puoi leggere, con la musica che ascolti, ci sta che puoi andare a cercarti qualcosa, io non li condanno per questo motivo”.
La passione per la musica nasce da quando era molto piccolo. Primo idolo Michael Jackson: “mi piaceva Michael Jackson, volevo ballare come lui, è stato il primo a trasmettermi un amore pazzesco per la musica. Ma il primo genere cui mi sono appassionato è stato il rap, avevo 9 anni quando ho ascoltato Fabri Fibra ma mia zia già mi aveva fatto vedere il film 8 MILE di Eminem e mi si è aperto un mondo, lui è sempre stato il mio punto di riferimento, è intoccabile”.
L’artista al quale si ispira oggi è Tedua “quando sento una sua canzone riesco a vedere tutto ciò che dice”.
Lo scorso anno Aimad ha pubblicato il suo primo album dal titolo “La follia dell’esistere”, 12 le tracce, e ha avuto la soddisfazione di aprire il concerto di Mahmood al Festival di Spoleto, “la mia prima vera prova, un’esperienza bellissima, di certo è servita per alzare il livello dell’autostima”.
Nel lungo periodo di lockdown ha scritto tantissimo quindi avrà materiale sufficiente per pubblicare un altro album.
Damiano ci crede tantissimo in quello che fa, la musica per lui è tutto, da “grande” questo vuol fare, il musicista, salire su un palco e cantare e , possibilmente, “sfondare”. A Spoleto c’era una fila di ragazzine ad aspettarlo per un selfie. Le stesse che poi hanno fondato un fan club. La sua press agent Mariella Tavaglione, il suo produttore, Giovanni De Rosa , se lo coccolano, “ha delle grandi potenzialità”, cercano per lui le occasioni giuste fuori dal contesto locale. Il video di “Rolling Stone” è stato girato a Milano.
L’augurio per Damiano è che possa realizzare tutto ciò che ha in mente, vogliamo vedere il suo nome in classifica.