In scena al Teatro Secci di Terni la Spellbound Contemporary Ballet che presenterà “Rossini Overtures” , venerdì 2 e sabato 3 marzo.
Sul palco i danzatori Maria Cossu, Fabio Cavallo, Alice Colombo, Giovanni La Rocca, Mario Laterza, Giuliana Mele, Caterina Politi, Giacomo Todeschi, Serena Zaccagnini.
La regia e le coreografie sono di Mauro Astolfi. I costumi di Verdiana Angelucci.
“La lettura di Augusto Benemeglio sulla vita di Rossini, su quella “Follia organizzata” è stata per me profondamente e assolutamente illuminante – afferma il regista – sono stato sedotto in 24 ore di ascolto continuo e ripetuto dal mondo rossiniano.In questo spettacolo – aggiunge Astolfi – ho immaginato una grande parete, la parete dei ricordi di Rossini, dove nascondeva, dove archiviava il suo cibo, i suoi vini, la casa dove ospitare I suoi grandi amici e compositori, ma anche la gente comune con la quale amava scherzare, giocare e condividere tutti gli aspetti della sua vita… questa “parete” è stata immaginata come una proiezione della sua mente, piena di sportelli, di ripiani, di nascondigli, una parete che separava un mondo dall’altro. In questo spazio si aggirava un inquilino, una figura antropomorfa, nera, una macchia che aveva assunto sembianze umane, che ormai comunicava con lui, che si insinuava nei suoi sogni, strisciava dentro il suo letto e poi spariva ma che era sempre lì, come a scandire il poco tempo, ma anche il lungo tempo passato a combattere contro disagi fisici e psichici di ogni tipo.
Nelle sue lunghissime notti, sempre più insonni, Rossini viveva ormai in due mondi, che a momenti si avvicinavano, quasi si toccavano, e solo la sua infinita capacità di creare, la sua passione per il godimento fisico, sensoriale, per la cucina, per il sesso, riuscivano momentaneamente ad anestetizzare quello che stava accadendo nel suo corpo e nella sua mente.
La sua era musica estrema – conclude Astolfi – Il segno di una forza e di una energia superiore, e ho volutamente cercato di creare una danza estrema, carica di energia, di vitalità, di incontri, di seduzioni, di suggestioni; ho passato molto tempo pensando come si sarebbe potuto tradurre in movimento la sua genialità compositiva. Non ho sentito di lavorare su un’astrazione, ho cercato e ho ‘sentito’ come raccontare la vibrazione della sua musica: mi sono letteralmente lasciato trasportare, ed è stata un’esperienza unica.”