Grande preoccupazione dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali sul futuro degli stabilimenti Sangemini e Amerino del gruppo AMI (Acque Minerali d’Italia).
In una nota FaiCisl, FliaCgil e UilaUil esprimono forti perplessità sulla sostenibilità del concordato presentato al Tribunale di Milano, dopo la relazione semestrale redatta dai commissari mandatari e presentata alle parti interessate.
Dal documento si evince che al 30 giugno non si è raggiunto il pareggio dell’EBIDTA (il reddito dell’azienda sulla sola base operativa) e tale obiettivo è slittato al 30 settembre.
Inoltre i commissari attribuiscono agli investimenti sbagliati sull’innovazione tecnologica degli impianti alcune delle ragioni del dissesto finanziario del gruppo.
Stesso giudizio dei sindacati che reputano gli investimenti “sbagliati, incompleti e nettamente inferiori a quanto previsto negli accordi sottoscritti e non funzionali alle produzioni, generando maggiori costi e inefficienze”.
I sindacati ribadiscono l’urgenza di sviluppare una rete commerciale che “valorizzi i prodotti dei due siti umbri”.
“Le scelte sbagliate della gestione delle risorse non devono ricadere sui lavoratori che stanno già pagando per un utilizzo ricorrente alla cassa integrazione.”
E’ necessario a questo punto ricostituire un tavolo ministeriale e convocare un incontro urgente con la regione Umbria.
I sindacati dicono no a qualsiasi patto “scellerato” che vada a danneggiare Sangemini e Amerino.
Inevitabile “lo stato di agitazione aperto” dei lavoratori.