CGIL, CISL e UIL e le categorie sindacali che seguono il terzo settore FP CGIL, FP CISL FISASCAT UIL FPL hanno espresso una forte preoccupazione alla Regione Umbria in occasione dell’incontro avvenuto il 28 giugno scorso riguardo alcune criticità presenti nel bando di gara per l’appalto dei servizi della Usl Umbria 2, che potrebbero avere una ricaduta negativa sia sui diritti acquisiti dai lavoratori che sulla qualità dei servizi erogati alla cittadinanza.
Le organizzazioni sindacali hanno chiesto che venga inserito nel capitolato d’appalto un articolo distinto che faccia riferimento alle attuali norme previste per la clausola sociale, prendendo a riferimento il codice dei contratti pubblici ed anche il riferimento normativo ai contratti collettivi nazionali di settore maggiormente rappresentativi per scoraggiare la partecipazione alla gara di imprese che utilizzano contratti pirata, utili solo a calpestare la dignità del lavoro tutto; che venga specificata nella descrizione dei servizi, dove manca, la figura professionale da utilizzare con il relativo monte orario, salvaguardando l’attuale assetto organizzativo, così da garantire la qualità e non rischiare di far ricadere sugli utenti le trasformazioni negative che i servizi potrebbero subire, se ciò non venisse esplicitamente dichiarato; che venga richiesto nell’offerta tecnica un progetto chiaro e puntuale sul quale le imprese sociali possano distinguersi per come intendono gestire i servizi e l’organizzazione del lavoro in tutte le varie realtà presenti nei lotti.
La volontà principale delle organizzazioni sindacali è quella di salvaguardare i livelli occupazionali e salariali, si legge in una nota, a prescindere da chi vincerà l’appalto, di una comunità di lavoratori impegnati da decenni a garantire servizi alla cittadinanza fragile, che potrebbe da domani subire notevoli ripercussioni dovute a queste mancanze da parte dell’ente committente e per le quali non possiamo rimanere silenti.
Abbiamo anche rinnovato la richiesta di legiferare sul tema degli appalti pubblici per poter assicurare una procedura di affidamento che tenga conto di tutti gli aspetti, ma in particolare valorizzi il lavoro che, in appalti dove più del 90% del valore è la manodopera, non può essere ostaggio della logica del massimo ribasso. La Regione Umbria deve farsi carico delle istanze di lavoratori, che meritano la giusta considerazione visto il loro impegno senza tregua, in particolare in questo periodo eccezionale di pandemia globale.
Stiamo ancora aspettando che la Regione Umbria ci convochi, ma siamo pronti alla mobilitazione se le nostre richieste non saranno ascoltate nell’interesse di migliaia di famiglie di lavoratrici e lavoratori, ma anche degli utenti che saranno i primi ad essere calpestati e offesi da un sistema che non tutela la parte più fragile della nostra società.
L’Appalto di assistenza residenziale, semiresidenziale e domiciliare, non è l’unico in scadenza o già scaduto. Entro la fine dell’estate andrà a gara anche il servizio di pulizie e sanificazione dell’ospedale di Terni e di tutti i distretti delle Usl 1 e 2. Ad oggi l’assegnazione dell’appalto dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia ha visto esclusi dal passaggio circa 15 lavoratori e malgrado le richieste delle organizzazioni sindacali il problema non è stato risolto, tanto che questi lavoratori si trovano in un limbo e soprattutto senza reddito, essendo stati sospesi dalla cooperativa uscente ovviamente senza stipendio. Nel complesso degli appalti citati saranno più di 2000 i lavoratori e le lavoratrici interessati da questi bandi di gara, concludono i sindacati, gli stessi che nei tempi di pandemia abbiamo chiamato eroi, perché ci hanno garantito un servizio di pubblica utilità.