“La produzione è aumentata in tutti i reparti e sono migliorati i dati relativi alla sicurezza”.
Lo scrive in un messaggio ai dipendenti Giovanni Arvedi, presidente di AST.
Il cavalier Arvedi ha tenuto a sottolineare che “i dati economici e finanziari sono stati positivi nel primo trimestre” per cui ha deciso di “condividere con tutti la soddisfazione per il lavoro svolto” il che si è tradotto “in un beneficio di 250 euro da utilizzare per gli acquisti urgenti secondo le regole del welfare aziendale. Contemporaneamente sarà avviato il confronto con i sindacati e le RSU per la definizione del premio di risultato”.
A stretto giro è arrivato il commento della FIOM che considera “positivo il riconoscimento che il Presidente Arvedi ha dato ai lavoratori, che in questi mesi con responsabilità hanno atteso la definizione dei nuovi assetti aziendali, garantendo livelli produttivi e standard di sicurezza molto elevati.
In questo contesto, però – si legge in una nota sindacale – dobbiamo ribadire che la discussione sull’accordo di programma e il piano industriale non può passare in secondo piano per nessuna ragione. Ad oggi non conosciamo gli esiti degli incontri presso i ministeri competenti e i fattori localizzativi che le istituzioni locali devono o possono mettere in campo per arrivare all’obbiettivo prefissato. Se ci sono, è ora che vengano fuori eventuali problemi o ritardi che di fatto rimettono in discussione quei tempi e quegli obiettivi. Ormai ci stiamo avvicinando ai due anni di totale assenza del Governo Italiano sulle vicende di Acciai Speciali Terni, infatti, l’ultimo incontro al MISE risale al 22 dicembre 2020 e ancora c’era la vecchia proprietà.
È urgente, invece, sapere come si difende la strategicità delle nostre produzioni. Da questa discussione, dipendono anche le scelte di fondo del piano industriale e di conseguenza il futuro dell’azienda e di una intera comunità. In questi mesi di passaggio già abbiamo avuto modo di saggiare quali ricadute anche indirette le scelte di AST hanno sui lavoratori dell’indotto e delle filiere produttive. Non possiamo restare ulteriormente nell’incertezza per quanto riguarda scelte commerciali e strategie complessive”.