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“Sicuramente la possibilità di utilizzare il super ammortamento dà un vantaggio tangibile non solo alle acciaierie di Terni ma a tutte quelle aziende che decidono di implementare le tecnologie abilitanti, che nel mondo dell’acciaieria,oggi hanno dei campi di applicazione che cominciano ad essere definiti ma, per oggi, anche limitati.Inoltre ci sono tecnologie che, pur non avendo un ritorno economico diretto hanno il vantaggio di far fare i lavori in maniera più sicura.” E’ una passo del ragionamento dell’ingegner Massimiliano Burelli, amministratore delegato di AST, in riferimento all’industria 4.0, argomento del quale ha discusso ieri con Marco Bentivogli, segretario nazionale della FIM-CISL. “E’ chiaro – ha aggiunto Burelli – che con la situazione aleatoria che abbiamo oggi al governo, sappiamo che l’incentivazione per l’industria 4.0 è pluriennale ma deve essere finanziata ogni anno.Quindi a seconda di chi siederà alla testa del governo, verificheremo se intenderanno dar seguito a flat tax e reddito di cittadinanza, secondo me difficilmente realizzabili, depauperando così risorse che hanno dimostrato di essere utilizzabili per migliorare il tessuto industriale di questo paese.Si tratta di un investimento verso il futuro, verso la competitività per garantire l’esistenza per gli anni a venire, piuttosto che il mero ritorno economico, diretto e indiretto dell’azienda”
“Oggi siamo in una fase diversa – ha detto Burelli in riferimento allo stato di salute di AST, a due anni dal suo insediamento – siamo un’azienda che è in grado di guardare al futuro con più serenità.Abbiamo fatto tutta una serie di operazioni che ci hanno permesso di passare da un risultato negativo a un utile di bilancio, in un primo anno risicato, in un secondo anno , sostanzioso. Ciò ci permette, con la nuova politica commerciale che abbiamo messo in piedi, di essere meno impattabili dalla Cina.Siamo in buona salute fermo restando che siamo solo al 30% dell’opera.”
L’IMPATTO AMBIENTALE
“Fermo restando che noi non siamo un vivaio ma una acciaieria – ha sottolineato Burelli – oggi le tecnologie disponibili a Terni sono di ultima generazione, stiamo rispettando tutte le leggi, i decreti e le prescrizioni che abbiamo, siamo all’interno di un Sito di Interesse Nazionale e con quanto accaduto nel passato ci dobbiamo convivere ma portiamo a compimento tutti gli accordi stipulati con il ministero dell’ambiente e continuiamo a investire regolarmente per quel che riguarda, in primis sulla sicurezza dei nostri lavoratori e poi sulla parte ambientale e quella relativa alla salute.Mi sento di dire – ha ribadito l’AD di AST – che siamo una acciaieria che opera in un contesto ottimale per quello che è il nostro settore.”
“Se una fabbrica inquina – ha affermato Marco Bentivogli – i primi ad essere danneggiati sono i lavoratori – io penso che esistano le soluzioni tecnologiche per non inquinare. La situazione a Terni, comunque, è molto diversa da Taranto.”
Per quel che riguarda la tecnologia Bentivogli ha detto che “è l’assenza di tecnologia a creare disoccupazione e non il contrario.E’ vero che quando arriva una nuova tecnologia ci sono lavori che scompaiono ma, dopo un intervallo di tempo, nascono quelli nuovi.L’intervallo sarà tanto più breve quanto tu sarai capace di giocare la partita in anticipo.Se ti ritiri nell’Aventino tecnofobo , come è il nostro paese, è chiaro che non partecipi, saranno altri a determinare le cose.Quindi, bisogna ridurre questo intervallo ma la tecnologia è un grande alleato dei lavoratori. Ci sono lavori ripetitivi e usuranti che bisogna lasciarli alle macchine. I paesi Hi-tech per eccellenza, Corea e Giappone, il Giappone ha la disoccupazione al 2%.Il problema per noi, è l’assenza di tecnologia.”
LA VERTENZA AST DEL 2014.
Bentivogli ha fatto una bella autocritica. A un certo punto, infatti, ha detto…”i giornali titoleranno su questo che dirò:il blocco di 36 giorni è durato troppo a lungo, il risultato forse lo portavamo a casa prima.La vertenza ci è scappata di mano.Bisogna avere il coraggio anche di fare autocritica.Guardate che io sono stato qui 4 mesi, a Terni.Rivendico tutto di quella vertenza ma bisogna anche dire che in qualche caso , pigliare qualche fischio in più ma dire la verità tutti insieme , tutte le organizzazioni sindacali, sarebbe stato più forte. Quella vertenza – ha aggiunto Bentivogli – è stata una vertenza in cui l’investimento sull’azienda, e il fatto di aver consolidato la localizzazione e la presenza produttiva qui, ha fatto i conti con la tecnologia, non è rimasta la stessa azienda.”
“Il futuro dell’acciaio – ha sottolineato Burelli – rimarrà solido a prescindere.Noi abbiamo rilanciato la fabbrica per farla diventare un player a livello nazionale e internazionale.La situazione in AST oggi è positiva perché abbiamo intrapreso un percorso virtuoso a livello di produttività e di risultato economico, diventeremo una fabbrica migliore”.
A Marco Bentivogli abbiamo chiesto (nell’intervista) un giudizio sulla crisi politica istituzionale e sulla ipotizzata chiusura dell’ILVA di Taranto. “Siamo molto preoccupati – ha detto Bentivogli – c’è uno scontro politico molto forte con giudizi molto pesanti sull’operato del presidente della Repubblica che non sta facendo altro che osservare i dettami della Costituzione.In questi giorni si stanno perdendo tantissimi soldi, soldi degli italiani, bisogna risolvere questa instabilità politica.E’ giusto che chi ha vinto queste elezioni governi, lo faccia presto, con responsabilità.”
SU ILVA:”Il contratto di programma sull’ILVA fa trasparire un sentimento anti industriale complessivo, prevederne la chiusura significa scherzare con il fuoco perché chiudere uno stabilimento che con l’indotto arriva a 20 mila lavoratori vuol dire fare esplodere , accanto a una bomba economica, una bomba sociale che non sarebbe gestibile da nessuno.”