La Fiom Cgil e la componente dello stesso sindacato nella RSU di AST precisano che al termine della lunga trattativa con AST sulla sicurezza sul posto del lavoro, non è stato raggiunto alcun accordo bensì è stato sottoscritto un verbale di riunione.
Per tutta la delegazione sindacale – è scritto in un documento della Fiom-Cgil – era necessario sospendere per una settimana le produzioni e coprire i lavoratori con gli strumenti straordinari individuati dal governo. In alternativa è stato chiesto di ridurre i livelli produttivi che prevedessero solo 6 ore di produzione e 2 da destinare al ripristino degli impianti e all’uscita in sicurezza dalla fabbrica.
Tali richieste non state prese in considerazione da AST “che si è rivelata intransigente”, sicura di aver fatto quanto dovuto per ridurre il pericolo di contagio.
La ripresa produttiva sarà sottoposta a verifica da parte dell’autorità sanitaria e con una prima giornata di formazione, che, nelle intenzioni di AST, dovrebbe avvenire domani lunedì 16 marzo. Tuttavia – si legge ancora nel comunicato della Fiom-Cgil – ancora questa sera l’azienda non è in grado di garantire che questo avvenga perché non tutti i lavoratori sono stati avvisati della tempistica della ripresa.
In precedenza era stato diffuso un comunicato congiunto di tutte le sigle sindacali in cui si affermava che “l’azione fatta ha generato miglioramenti e il rispetto delle normative che potranno, in parte, arginare l’emergenza attuale”; le organizzazioni sindacali – vi era ancora scritto – “si rendono disponibili fin da subito , attraverso le RSU, a verificare se ci possono essere comportamenti sbagliati e mancata applicazione di quanto sottoscritto.”