Le Segreterie territoriali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl, Usb e le Rsu di Tk-Ast esprimono profonda preoccupazione per il disimpegno dichiarato dalla multinazionale ThyssenKrupp nei confronti del sito di Terni.
Le dichiarazioni contraddittorie degli ultimi anni sulla strategicità del sito e da ultimo le prospettive più volte annunciate dal management, in ordine al rilancio -dopo la vendita del settore elevetor- vengono spazzate via, scrivono in una nota, dalle esternazioni del consiglio di supervisione del 18 maggio scorso. Le Organizzazioni Sindacali hanno sempre espresso perplessità e non hanno mai creduto agli annunci del management ai vari livelli continuando, invece, a considerare probabile la cessione del sito.
Le previsioni di crescita dell’economia mondiale dell’acciaio, dentro la pandemia, prevedono un -5,9% negli Stati Uniti, un -7,5% nella zona euro e un -9,1% in Italia. In questo quadro il disimpegno potrebbe rendere più difficile qualunque soluzione.
Una prima conferma viene dal fatto che dal prossimo 23 maggio e fino al 3 giugno si fermeranno tutte le produzioni con una prospettiva nebulosa e comunque non rosea per i mesi avvenire. Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl, Usb e le Rsu di Tk-Ast ribadiscono la strategicità e l’essenzialità delle produzioni (come sottoscritto al MISE nel settembre 2019) delle Acciaierie di Terni, che rappresentano il 61% del PIL comunale, il 37% di quello provinciale e il 15% di quello regionale, essendo la prima azienda per fatturato e numero addetti nel territorio con 2350 diretti, 150 somministrati e oltre 1500 lavoratori dell’indotto.
Un altro colpo a questo tessuto avrà evidenti ricadute su tutto il contesto economico cittadino e regionale, con ripercussioni sui mercati nazionali ed europei.
In questo contesto di riorganizzazioni delle produzioni europee è vitale evitare la deindustrializzazione dell’Italia auspicando un’immediata ripresa del tavolo nazionale dove si dovrà registrare anche l’impegno concreto delle Istituzioni locali, per essere in grado di trovare tutte le soluzioni possibili, garantendo il futuro del sito e scongiurando un pericoloso indebolimento.
Per tanto occorre una salvaguardia del sito integrato, delle produzioni, dell’assetto impiantistico, dei livelli occupazionali e salariali anche dell’indotto; l’individuazione di un player o di un partner di livello europeo o mondiale con vocazione industriale e che abbia volontà e capacità a produrre e sviluppare il sito di Terni; nell’immediato, la vigilanza sulla sostenibilità economica e finanziaria con il mantenimento delle quote di mercato; la conferma degli investimenti programmati -a partire da quelli ambientali- e nuovi investimenti da destinare alla ricerca e all’innovazione per essere competitivi nei mercati globali.
I lavoratori e le lavoratrici di Acciai Speciali Terni, concludono Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl, Usb e le Rsu di Tk-Ast – da troppo tempo stanno compiendo enormi sacrifici, aggravati dall’emergenza sanitaria in atto, per questo meritano considerazione e rispetto.
Per quanto ci riguarda, nonostante le enormi difficolta metteremo in campo tutte le iniziative necessaria per tutelare i lavoratori e le lavoratici e l’intera comunità.