Si è tenuto questa mattina a Roma al Ministero delle imprese e del made in Italy l’atteso tavolo sull’accordo di programma in AST.
Presenti, la Presidente della Regione Umbria, Tesei, il Ministro del MIMIT Urso, il suo capo di gabinetto Eichberg, i dirigenti del Ministero dell’ambiente, l’amministratore delegato di FinArvedi Caldonazzo, l’amministratore delegato di AST Menecali e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali.
“Dall’incontro – si legge in una nota della Regione – è emerso il superamento delle difficoltà tecniche di accesso ai fondi utili al cofinanziamento parziale del Piano Industriale per la decarbonizzazione ed il rilancio industriale di AST da un miliardo di euro, sostenuto con più di 700 milioni dal Gruppo Arvedi e che porterà il sito ternano ad essere uno dei player di riferimento in Italia ed in Europa della siderurgia.
L’azienda ora dovrà presentare, entro la mattina del 30 giugno, la domanda di accesso alla finanza agevolata, cui seguirà, con un dettagliato cronoprogramma che è stato illustrato, la firma dell’accordo.
Le risorse comunitarie che sosterranno in quota parte il piano dovranno essere rendicontate entro il 2026, per tale ragione la proprietà Arvedi ha già provveduto a sostenere alcuni impegni per non farsi trovare impreparata e rispettare così le rapide tempistiche di attuazione del Piano stesso”.
La presidente Tesei ha ribadito la strategicità dell’azienda non solo per l’Umbria, ma anche in una prospettiva di interesse nazionale, soprattutto per ciò che concerne l’acciaio Inox – dove rappresenta uno tra i primi 4 produttori in Europa – tubi, fucine e lavorazione del magnetico il cui ritorno della produzione significa giocare da Terni un ruolo da protagonisti nella rivoluzione che sta portando l’auto elettrica.
La Presidente ha inoltre sottolineato come il Piano industriale preveda quel fondamentale percorso di decarbonizzazione del sito ternano che avrà un forte impatto positivo sull’ambiente, risolvendo ataviche problematiche della conca ternana. Proprio Arvedi Caldonazzo ha confermato che nel piano industriale di AST sono previsti 86 milioni di investimenti dedicati al piano ambientale.
Arvedi Caldonazzo ha sottolineato che entro la scadenza del 30 giugno l’azienda inoltrerà la domanda di accesso alla finanza agevolata e, nel confermare la quota di investimento privata, ha confermato i livelli occupazionale con eventuali possibilità di crescita nel corso della realizzazione del piano industriale, le cui tempistiche sono state giudicate compatibili con l’iter che si sta seguendo.
Il Ministro Urso ha affermato che il prossimo step sarà quello di riconvocare il tavolo già i primi giorni di luglio per procedere con i successivi adempimenti formali.
“Regione ed Ast Arvedi, infine, esprimono viva soddisfazione per l’esito dell’incontro, che definiscono una svolta decisiva nel rilancio del fondamentale sito produttivo ternano”.
Più prudenti i sindacati. “Nell’incontro di oggi – scrive la Fiom Cgil – abbiamo manifestato grande preoccupazione per la mancanza di certezze sia sul piano industriale che sull’accordo di programma, perché è necessario avere garanzie sull’occupazione, dei diretti e dell’indotto, e sulla continuità di lavoro visto che nell’ultimo mese l’azienda è ricorsa all’utilizzo della cassa integrazione. E’ necessaria la programmazione, e per questo è fondamentale fissare un incontro rapidamente, nella seconda metà del mese di giugno, presso il Ministero per verificare l’andamento del percorso per l’accordo di programma a seguito del piano industriale.Il Ministero e la politica devono svolgere la propria parte, è trascorso oltre un anno dall’acquisizione di Acciai Speciali Terni da parte del gruppo Arvedi.
È il piano industriale il punto da cui iniziare nel confronto tra i sindacati e l’azienda nei prossimi giorni per valorizzare le produzioni, a partire dalle linee guida del piano che devono trovare concretezza in particolare relativamente al magnetico e alla filiera del tubo. Occorre chiarire riguardo agli investimenti pubblici e privati per il processo di sostenibilità ambientale, in primis decarbonizzazione e ambientalizzazione.
Nel confronto con i Ministeri competenti e la Regione Umbria andranno affrontati anche i punti critici riguardanti le infrastrutture, dal costo dell’energia fino alla logistica. Bisogna tenere insieme – conclude la Fiom – gli investimenti, la garanzia occupazionale, la sostenibilità ambientale e la tutela delle condizioni di lavoro e della salute e sicurezza“.
Secondo la Uilm, “la realizzazione del nuovo piano industriale , fulcro del futuro accordo di programma di Terni, ancora non decolla. Il miliardo di euro di investimenti previsti dal piano industriale che consentirà l’aumento dei volumi produttivi fino a 1,5 milioni tonnellate di lavoro finito e che prevede nuovi impianti, produzione ambientalmente compatibile , energia rinnovabile, elettrolizzatori e idrogeno non può essere bloccato dalla burocrazia. Gli altri competitor non stanno fermi e Acciai Speciali Terni deve avere gli stesi fattori di competitività rispetto agli altri, a partire dal costo dell’energia, anche per affrontare la concorrenza sleale.
L’impresa ha riconfermato la volontà di voler investire oltre 700 milioni di euro, dopo gli 800 milioni per l’acquisizione, adesso la politica deve fare la sua parte ed adoperarsi per far superare le difficoltà amministrative e tecniche per l’approvazione dell’accordo di programma ed avviare la fase esecutiva del piano industriale”.
“La Uilm – si legge ancora in una nota – non accetterà che ci siano ulteriori ritardi perché la storia ci insegna che alla fine il prezzo verrà pagato dai lavoratori. Occorre porre fine a questa fase di incertezza sul destino di oltre 3 mila lavoratori ternani, fra diretti e indiretti, ed assumere in tempi brevissimi le necessarie decisioni per l’approvazione dell’accordo di programma ed avviare la fase esecutiva del piano industriale. Nel mese di giugno è già stato pianificato un incontro fra sindacati e proprietà per una verifica su livelli produttivi e prospettive industriali. A seguito di questo incontro valuteremo ulteriore iniziative da intraprendere”.
“La riunione non ha fatto emergere sostanziali novità rispetto a quando previsto in precedenza – scrivono Giovacchino Olimpieri e Marco Bruni della Fismic Confsal – eccetto il chiarimento in riferimento alle normative europee che interesseranno l’Accordo di Programma e la richiesta del Ministero, rivolta all’azienda, di presentare entro il 30 giugno 2023 le documentazioni necessarie per proseguire la discussione.
Come Fismic Confsal abbiamo richiesto che si avvi l’apertura del tavolo industriale con l’azienda al più presto – dichiarano Olimpieri e Bruni – dato che fino ad ora non è stato possibile per mancanza di determinazioni e di certezze sull’Accordo di Programma. Attendiamo l’accordo volto a dettagliare le linee produttive, gli investimenti e i livelli occupazionali, che partirà dall’accordo di programma, per esprimere un giudizio di merito, ad ora impossibile a causa di troppe incertezze. Il Ministero, di cui apprezziamo l’operato, si è mostrato interessato all’argomento e presumibilmente riconvocherà il Tavolo ai primi giorni di luglio. La nostra attenzione su tutto il processo, in quanto Organizzazione sindacale che si batte sempre in tutela dei diritti occupazionali e salariali dei lavoratori, è alta. Continueremo ad operare e a monitorare tutti i passaggi che porteranno all’Accordo con AST, concludono Olimpieri e Bruni, per cercare di ottenere i migliori risultati a favore di tutti i lavoratori.”