“Senza investimenti l’azienda non riesce a stare sul mercato e non ha futuro. Questo è un dato di fatto e per questo il gruppo Arvedi evidenziò i fattori di rischio e di potenziale sviluppo , studiò un piano industriale che facesse di Ast una moderna acciaieria di rilievo mondiale per certi tipi di produzione, fra cui il lamierino magnetico, sviluppando nel tempo livelli occupazionali e ritorni di investimento sul territorio. Un piano che la parte privata si è impegnata a finanziare con adeguate garanzie per oltre 700 milioni chiedendo poco meno di 300 milioni di supporto pubblico”. Lo ha detto la presidente della giunta regionale Donatella Tesei rispondendo al question time a una interrogazione del consigliere del partito democratico, Fabio Paparelli.
Del piano fanno parte anche gli investimenti per il risanamento ambientale che “prevede la totale decarbonizzazione della fabbrica, l’azzeramento di emissioni industriali di CO2, attraverso interventi strutturali sulla fabbrica e non con compensazioni”.
Poi , puntigliosamente la presidente ha fatto il punto sul finanziamento pubblico (e sui presunti ritardi dell’attuazione dell’accordo di programma).
“La strada scelta dal Governo Draghi fu quella, per una parte preponderante del contributo pubblico di accesso al fondo PNRR destinato in maniera specifica all’abbattimento delle emissioni delle aziende difficili da decarbonizzare. Il piano industriale fu pensato per rispondere pienamente ai criteri di eleggibilità del fondo ed allo stesso tempo fosse forte dal punto di vista del rilancio industriale. Nel mese di agosto il Mase (Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica) ha emesso una apposita determina direttoriale che lo dichiarava eleggibile, per questo tipo di intervento, al fondo in questione e contestualmente inviava la proposta alla Direzione generale ‘Competition’ della Commissione europea per il ‘semaforo verde’ all’eleggibilità dell’accesso a questo fondo. L’eleggibilità di questo fondo è fondamentale per cofinanziare l’accordo di programma e quindi per supportare il piano industriale. Sempre nel mese di agosto – ha aggiunto ancora la Tesei – sono terminati i lunghi lavori del Governo per la predisposizione della bozza di accordo di programma la cui circolazione e definizione è stata sospesa in attesa dell’approvazione europea. Come Regione stiamo intavolando a più livelli ed interloquendo con la Commissione europea per avere lo sblocco in questione”.
La presidente ha poi sottolineato che lo stesso Arvedi ha espresso parole di elogio per la regione Umbria: “mai nella mia lunga vita di relazioni con le istituzioni ne ho trovata una così attenta , competente e pro-attiva come la regione Umbria”.
“Noi non possiamo arrogarci competenze che non abbiamo anche se possiamo agire di pungolo affinché tutto questo processo si possa svolgere nel migliore modo e nei tempi più veloci possibili”.
Nella sua replica Paparelli si è mostrato insoddisfatto della risposta della presidente Tesei. “Ad oggi – ha detto Paparelli – dopo 21 mesi le questioni sono 4, non c’è ancora un tempo certo per la firma dell’accordo di programma; non ci sono ancora risorse definite; non c’è ancora una programma e una tempistica di investimenti e non c’è ancora un programma industriale dopo 2 anni dall’acquisto. Quando avremo queste 4 questioni definite forse potremo parlare di passi positivi in avanti, fatti”. Proprio per questi motivi Paparelli auspica un incontro urgente al MISE.
Tesei e Paparelli si sono scontrati anche sui numeri. Secondo il consigliere del PD Ast vale il 15% del PIL umbro, secondo la presidente vale il 4%.