Si parla molto poco, anzi per niente, in questa campagna elettorale per il posto di comando a Palazzo Spada, dei temi della cultura e, nello specifico,dei Beni Culturali che rischiano di andare irrimediabilmente persi.
Nel dibattito interviene con una nota piuttosto severa l’associazione ASTROLABIO che sottolinea anche come in questo segmento l’Umbria si dimostri a due velocità.
“Nel 1987 la nostra Associazione segnalò alla pubblica opinione il grave stato di abbandono del patrimonio storico e artistico della bassa Umbria, fatto sottolineato anche da Federico Zeri, uno dei migliori storici dell’arte italiani.
Per modificare questa incredibile situazione di degrado -scrive Giuseppe Rogari, presidente di ASTROLABIO -avanzammo al Ministero per i Beni Culturali alcune richieste, sia finanziarie che amministrative, tra cui l’apertura a Terni di una sede distaccata della Soprintendenza.
Ci fu una mobilitazione, con prese di posizione da parte di deputati, consiglieri provinciali e comunali, ma non si ottenne nulla. A causa di questa mancata decisione il ternano (inteso come territorio, n.d.r.) ha accusato un forte gap qualitativo rispetto al perugino, sia per la mancanza di controlli sotto il punto di vista architettonico e paesistico, sia per l’assenza di investimenti.
Quanto di buono invece si è fatto si deve al forte impegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni e di qualche funzionario del ministero dei Beni Culturali.
In questi ultimi anni il quadro della tutela dei nostri beni culturali è ulteriormente peggiorato.
Abbiamo pertanto fatto un punto della situazione per verificare sul campo lo stato di abbandono di molti beni culturali.
Molti monumenti e opere d’arte rischiano la scomparsa.
Ben trenta edifici di culto – aggiunge Rogari – sono inagibili o parzialmente inutilizzabili per effetto dei danni dell’ultimo sisma.
Grave è la situazione a Santa Maria delle Grazie, San Girolamo, Madonna del Piano a Narni, Madonna del Colle a Stroncone, la chiesa del cimitero di Sangemini, chiesa di Sant’Urbano, gli affreschi delle volte di Santa Maria Maggiore e San Nicolò a Collescipoli, di Santa Maria delle Grazie a Terni di Sant’Agostino a Narni.
L’emergenza più grave è rappresentata dalla chiesa di San Nicola a Monterivoso di Ferentillo dove preziosissimi affreschi rischiano la scomparsa. La chiesa è priva delle coperture dal oltre 25 anni e la caduta degli affreschi secenteschi ha fatto emergere un ciclo pittorico che va dal 300 al 500. Un unicum che rischia di sparire per sempre se non si interverrà con celerità.
Come collettività abbiamo il dovere di preservare per i posteri le opere d’arte – tele, mobili, arredi di oreficeria, per non parlare di interi cicli di affreschi – che inesorabilmente scompariranno per sempre, cancellando la nostra storia. La giustificazione della mancanza di interventi è la scarsità di risorse e la vastità del nostro patrimonio artistico. In realtà c’è l’assenza di una volontà politica, spesso si pensa ad iniziative effimere, con costi importanti, trascurando il recupero. Un esempio per tutti: una mostra itinerante di opere del ‘300 con un costo di ben cinquecentomila euro, cifra con la quale si sarebbero salvate decine di opere d’arte.
Il dibattito dei politici si è focalizzato su due “non monumenti” quali la fontana di piazza Tacito, con i mosaici “rifatti” nel secondo dopoguerra e ciò che rimane del teatro Verdi. Il resto può scomparire, non interessa.
In vista delle prossime elezioni amministrative – osserva ancora il presidente di ASTROLABIO – i programmi dei partiti politici non citano mai né il patrimonio artistico e storico, né quello paesaggistico, segno del più totale disinteresse per questi problemi dei nostri politici e aspiranti tali.
Bisogna riportare al centro dei programmi delle istituzioni (Soprintendenza, Fondazione Carit, Comuni, Regione) il recupero e la valorizzazione di questo patrimonio, che rischia di andare perduto. Un intervento diffuso sui beni culturali in pericolo – conclude Rogari – consentirebbe anche di creare posti di lavoro qualificati sul territorio. Proponiamo anche il ricorso all’utilizzo di giovani con il servizio civile, adeguatamente formati, per aprire tanti monumenti chiusi per il pericolo dei furti di opere d’arte.
La nostra Associazione lancia un appello affinché venga istituito un “piano Marshall” per i beni culturali del nostro territorio, creando opportunità di lavoro per i giovani in un momento così difficile per la nostra città e i territori limitrofi.