Sono trascorsi oltre 11 anni dalla scomparsa di Barbara Corvi da Montecampano di Amelia che avvenne il 27 ottobre del 2009 e “non è possibile neppure affermare in termini di certezza che sia avvenuto un delitto” e che la donna “sia effettivamente deceduta”. E nel corso delle indagini “sono emersi elementi che
consentono di ritenere ancora aperta la possibilità che si sia allontanata volontariamente”.
Questo sostiene il tribunale del Riesame di Perugia che ha annullato l’ ordinanza di custodia cautelare in carcere per il marito di Barbara Corvi,
Roberto Lo Giudice, accusato di omicidio premeditato della moglie e di occultamento del cadavere, ordinandone la scarcerazione, dopo 23 giorni.
Per il Tribunale del Riesame “non sussiste un grave quadro indiziario a carico dell’ uomo” nei confronti del quale “permangono meri sospetti, ma non elementi di prova suscettibili di comprovarne la responsabilità in relazione alla condotta omicidiaria contestata”.
Inoltre i giudici ritengono “che non si siano affatto diradati i sospetti” su quello che è indicato come “all’ epoca amante della donna”.
Il Tribunale del Riesame non ritiene “attendibili le dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia” sulla base delle quali sono state riaperte le indagini sulla scomparsa di Barbara Corvi.
Dunque, ricapitolando, secondo i giudici del riesame Barbara Corvi si potrebbe essere allontanata volontariamente, potrebbe essere ancora viva e sul suo amante di allora ci sono ancora sospetti. Sul marito non ci sono elementi di prova e i collaboratori di giustizia sono inattendibili.
Terni: svolta nelle indagini sull’omicidio di Barbara Corvi, arrestato il marito