Sarà stata l’emozione? Bah, chissà. C’è però da sperarlo perché poi l’emozione passa e a spettacoli da “cinema” come quello di ieri pomeriggio nell’aula consiliare di Palazzo Spada, non si assisterà più.
Il fatto è che in quella che per Terni dovrebbe essere la consiliatura del cambiamento, c’è qualcosa che, almeno al via, stona e francamente scoraggia. Se il passo è questo sarà davvero difficile anche affrontare rapidamente certe questioni bollenti.
Perché tutto resti come prima bisogna che tutto cambi, diceva – più o meno – quello famoso. E in effetti, nella seduta di insediamento di sindaco e giunta, ci sono stati molti déjà vu. Per esempio: l’urlatore è sempre l’urlatore e non ha mancato nemmeno stavolta di rompere due o tre lampadine coi suoi do di petto per insultare quella che una volta era una maggioranza ed ora è una sparuta minoranza. Sì, è passato sull’altra sponda, ma la maleducazione rimane la stessa. Altro déjà vu: l’opposizione. Ieri ha puntato sull’osservanza pedissequa delle regole riguardo nomine, subentri, proclamazione degli eletti e – addirittura – richiesta di fotocopie… Dicesi “addirittura” perché sulle fotocopie è scoppiata una confusione da tregenda: chi le voleva in un modo, chi le faceva in un altro… ad un certo punto c’è stato chi ha pensato che l’addetta fosse stata rapita.
Una battaglia ostruzionistica quella del Pd e dei Cinquestelle, i quali d’altra parte, hanno esercitato un loro diritto, ossia di assicurarsi che tutto fosse regolare, ma che pare la stessa dei cinque anni passati, seppur siano cambiati alcuni dei soggetti. In futuro, si spera, che l’azione sia più stringente, ma anche più concreta e che si pongano i problemi dei cittadini. Anche il segretario comunale ha avuto un bel da fare, chiamato in causa direttamente e in maniera piuttosto “cruenta”. Mentre il pubblico numeroso che affollava la sala – nella quasi totalità fans di questa nuova maggioranza che si muovevano come fossero sul ballatoio di casa loro e non nel luogo dove risiede un’Istituzione – sbuffava per il caldo torrido e la lunga attesa.
Tant’è. Si è partiti con un impasse, insomma: sarà anche l’inesperienza, ma è un altro male che dovrebbe passare, col tempo. Intanto, mentre la riunione s’illanguidiva in un’attesa interminabile, alcuni dei giovani consiglieri, qualche assessore designato, lo stesso sindaco si erano portati nella stanza delle riunioni di giunta. Così hanno avuto modo di imparare subito qualcosa, nel momento in cui ha fatto irruzione il solito urlatore che li ha bacchettati tutti sulle dita, perché – come si dice a Terni – la cera si consumava ma il morto non camminava.
Alla fine comunque la riunione “s’è messa” e si è potuto procedere. Interventi “moscetti”, un paio di battute da varietà, il povero Fiorini, chiamato alla presidenza come primo degli eletti, ingarbugliato tra fogli, fotocopie, appunti, calcoli, vocabolario d’italiano…
L’impressione, in generale, è che è proprio necessario che qualcosa cambi. Ed avverrà prima o dopo, ma non si sa quando, dove né come.