L’arrivo delle famiglie ucraine che scappano dalla guerra “è un fenomeno spontaneo” ci dice Francesco Camuffo presidente di Arci Terni.
“Si tratta di cittadini – aggiunge – che possono venire semplicemente con il passaporto, senza visto. Di fatto, oggi, sono inquadrati come turisti solo che per accedere ai servizi dell’accoglienza c’è bisogno di sportelli dove poterli indirizzare . Stiamo lavorando molto proprio per evitare confusione anche perché ieri l’Europa ha deciso di dare riconoscimento a queste persone come richiedenti asilo ma senza passare dalle questure. Per questo stiamo allestendo uno sportello legale come Arci, di informazione per le persone che arrivano.”
I primi nuclei famigliari che sono arrivati nelle ultime ore lo hanno fatto perché avevano conoscenti sul territorio.
“Qualcuno è arrivato in macchina – ha confermato Camuffo – perché ci sono legami, contatti diretti, con le persone che vivono qui. Solo a Terni vivono circa 1.300 ucraini e a Perugia circa 4.000. La grande difficoltà è fare emergere questi contatti informali e farli entrare nel circuito dell’accoglienza.”
Un problema che sta emergendo in queste ore è quello della gestione delle raccolte di materiale da inviare in Ucraina.
“Non sono stati organizzati ancora corridoi umanitari per entrare in Ucraina – afferma il presidente di Arci Terni – di conseguenza i magazzini sono pieni e c’è anche il rischio di sprecare le donazioni , il problema in questo momento non è raccogliere ma spedire e arrivare lì in un contesto di guerra dove lo possono fare solo la Croce Rossa Internazionale e l’UNHCR e pochissime altre agenzie. Quindi la raccomandazione è fermarsi nella raccolta e impegnarsi tutti per fare pressione per far aprire questi canali umanitari”.