52 scheletri di bambini con età compresa fra gli 0 e i 10 anni, alcuni dei quali coperti di sassi per impedire loro di rialzarsi dalla tomba ed uno con un sasso infilato nella bocca, 12 cani tagliati a metà e con le mascelle strappate via.
“Una situazione strana ed unica nel mondo romano”. Così il professor David Soren dell’Università dell’Arizona ha definito i risultati degli ultimi scavi nella necropoli dei bambini della villa di Poggio Gramignano a Lugnano in Teverina. Molte delle tombe ritrovate nell’area archeologica conservano evidenti tracce di riti legati alla superstizione e alla necessità di allontanare il male. Ci sono prove tangibili, infatti, della presenza della malaria come causa della morte di quei bambini.
“Quando arriva un’epidemia nessuno sa cosa fare – ha spiegato il ricercatore statunitense che per primo scoprì la necropoli – bisogna usare o riusare i riti antichi menzionati, ad esempio, in Virgilio o Ovidio. E l’Umbria è una zona particolarmente conosciuta in antichità per questo tipo di magie e riti sacrificali”.
Secondo Soren la conferma della presenza della malaria in questa zona verrebbe soprattutto dall’isolamento dell’emozoina nelle analisi degli antichi resti osteologici. Le tracce della sostanza deriverebbero dalle punture di zanzare che sarebbero arrivate in Umbria, dall’Africa del nord, per mare e poi fino al Tevere, dentro le anfore e le ceramiche importate da quei territori.
L’importanza di Poggio Gramignano però, ha sottolineato David Soren, non risiede solo sul cimitero dei bambini e l’epidemia di malaria ma anche sulla Villa stessa.
“Le sue caratteristiche – ha detto l’archeologo – sono uniche. Il tetto del triclinium è a forma piramidale ed è un unico nel mondo romano per il periodo (V sec. d.C.) a cui si riferiscono le scoperte. La Villa potrebbe essere di grandissima importanza per capire la presenza romana nell’Umbria in quel periodo. Ora, con le indagini archeologiche in corso a Poggio Gramignano, puntiamo a consolidare i muri e la struttura della Villa per renderla visitabile a turisti e ricercatori, completare il libro che stiamo scrivendo sugli scavi e realizzare il museo della malaria”.
“Gli scavi riprenderanno entro l’estate – hanno informato il sindaco di Lugnano in Teverina Gianluca Filiberti e il consigliere delegato alla cultura Alessandro Dimiziani – se le autorizzazioni arriveranno presto, potrebbero ripartire anche a giugno. Saranno finanziati dal consorzio di Università americane – dell’Arizona, di Yale e di Stanford – che stanno lavorando da anni alla Villa di Poggio Gramignano. Il nostro obiettivo – hanno annunciato – è quello di realizzare un museo didattico-culturale dell’area archeologica”.