Il Gruppo Carabinieri Forestale di Terni ha condotto nello scorso fine settimana un’intensa operazione di controllo in materia di polizia venatoria nella provincia.
L’attività di antibracconaggio ha riguardato in particolar modo aree del territorio che, sulla base dell’analisi dei dati storici in possesso, si caratterizzano per maggiore incidenza di illeciti in materia venatoria quali caccia esercitata in periodi non consentiti, uso di richiami vietati per riprodurre il canto dei volatili, abbattimento di specie non cacciabili, fino al danneggiamento di auto in sosta.
Sabato 14 novembre, nei comuni di Amelia e Lugnano in Teverina, militari delle stazioni carabinieri forestale di Narni, Terni e Amelia coadiuvati dall’alto da un elicottero, hanno effettuato controlli congiunti sulle attività di caccia al cinghiale in battuta.
I controlli hanno fatto emergere diversi illeciti di natura amministrativa, quali esercizio della caccia in località diversa da quella comunicata, occupazione di settori diversi da quelli assegnati, errata compilazione dei verbali di battuta e carenza di idonea tabellazione
In ulteriori controlli di polizia venatoria nelle campagne del comune di Arrone, i militari della stazione carabinieri forestale di Ferentillo, hanno deferito alla Procura della Repubblica di Terni un cacciatore di 72 anni per di porto abusivo di arma da fuoco e detenzione di armi in luogo diverso da quello dichiarato.
Il cacciatore esercitava l’attività venatoria all’interno di un fondo rustico di sua proprietà, conservando l’arma e le munizioni all’interno di un box in lamiera. Dal controllo effettuato dai militari, emergeva che il cacciatore non possedeva il porto d’armi per uso di caccia né la licenza di caccia, perché scaduti di validità da oltre tre anni.
Dalla successiva ispezione del box in lamiera, i militari hanno rinvenuto 2 fucili da caccia e 63 cartucce di vario calibro.
Il materiale rinvenuto è stato sequestrato ed il 72enne arronese è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Terni.
Lo stesso è stato segnalato anche alla Questura di Terni, ufficio preposto al rilascio del porto d’armi.
Ora rischia la pena dell’arresto fino a 18 mesi, oltre a varie sanzioni amministrative, dell’importo complessivo di circa 1300 euro.