Per due volte in due mesi il quotidiano “Libero” si è occupato della chiusura della Casa-Museo di Elia Rossi Passavanti a Terni
“Libero” ricorda Elia Rossi Passavanti e sua moglie Margherita Incisa di Camerana e critica la Ternana Opera Educatrice per la casa-museo
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“Libero”, sulla casa-museo Passavanti:”la questione fa arrossire di vergogna”. In due mesi, due articoli molto critici
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Oggi alle considerazioni del quotidiano milanese risponde il presidente della Ternana Opera Educatrice , presidente anche della Fondazione Carit, Luigi Carlini
Credo di fare cosa utile fornendo alcune precisazioni in relazione allo stato in cui versa la cosiddetta casa-museo del generale Elia Rossi Passavanti, illustre concittadino, combattente pluridecorato e generoso donatore di ogni suo bene alla nostra comunità, obiettivo per il cui raggiungimento creò la Ternana Opera Educatrice (T.O.E.).
Evito, con riferimento all’articolo di Andrea Cionci, di replicare a espressioni irriguardose verso la mia persona, essendo stato chiamato in causa nella veste di presidente della T.O.E.. È noto, infatti, che l’uso di certe espressioni qualifica prima di tutto chi le pronuncia in attesa di accertare, attraverso i fatti, se esse siano veritiere e fondate riferite all’opera del destinatario.
Mi limito, perciò, a precisare quanto segue. La cosiddetta casa-museo lasciata in eredità dal generale Passavanti è una più che decorosa abitazione ad uso civile, con gli spazi propri, ancorché generosi, di una dimora privata. La sua trasformazione in museo rende inevitabili interventi importanti sulla sua struttura. Accenno, per esempio, alla necessità di avere un’uscita di sicurezza, di predisporre servizi igienici per i visitatori, di allestire uno spazio per la loro accoglienza. Con ciò mi limito agli interventi più rilevanti, e tralascio altri non meno importanti, realizzati comunque recentemente, come un ascensore a servizio dell’appartamento per eliminare le barriere architettoniche.
Come si può evincere, la Fondazione T.O.E., che mi onora con la sua presidenza, è chiamata a elaborare una riflessione complessiva perché la casa-museo possa alleggerire il suo aspetto di abitazione civile e assumerne uno più marcatamente museale. Senza queste trasformazioni sarà impossibile aprirla al pubblico e farne, come io per primo auspico, un motivo di attrazione per i cittadini e i turisti.
Per quanto riguarda l’uso dei fondi derivanti dalla maturazione di interessi sull’eredità Passavanti, non ho difficoltà a riconoscere che ho sempre privilegiato il loro impiego a fini sociali, come sono i premi annuali conferiti ai lavoratori benemerito a riposo e studenti universitari e di scuola superiore particolarmente meritevoli. Ritengo, infatti, che l’assegnazione di questi premi corrisponda in pieno ai sentimenti “sociali” di cui era nutrito il generale Passavanti.
Aggiungo brevemente che l’apertura di un museo esige una puntuale catalogazione di tutti i materiali considerati di rilevante interesse (quadri, fotografie, corrispondenza, cimeli, medaglie ed onorificenze) e tali da attirare la curiosità dei visitatori, anche se –va detto- la parte della documentazione più significativa sul piano storico è da tempo custodita presso l’Archivio di Stato di Terni in un apposito fondo.
A questo scopo la T.O.E. ha incaricato un archivista professionista che dal mese di aprile sta espletando il suo mandato nel rispetto dei tempi e del progetto deliberato dal Consiglio di Amministrazione. Tanto detto, aggiungo che nessun intervento sulla struttura muraria della casa sarà possibile senza aver prima terminato l’inventario di ciò che in essa è contenuto.
“Last but not least”, mi sia consentito di ricordare che, sotteso al mio attuale ruolo, c’è una sorta di legame affettivo con il fondatore della T.O.E., che era amico personale di mio padre (avendo in comune la passione per l’equitazione) e che ho avuto nella mia gioventù il piacere di frequentare, restando affascinato dai racconti non solo delle sue imprese, ma anche dagli insegnamenti di coraggio, lealtà e dedizione verso la città di Terni ed i suoi cittadini.
LA
REPLICA DI ANDREA CIONCI DI LIBERO QUOTIDIANO.