“Dobbiamo ricostruire uno dei servizi sanitari regionali che una volta era tra i più efficienti”.
E’ stato detto dal palco della manifestazione in difesa della sanità pubblica organizzata da Cgil e Uil questa mattina a Perugia, in piazza IV novembre, alla quale hanno partecipato centinaia di persone.
“La sanità deve rimanere pubblica ed essere in grado di garantire servizi di eccellenza a tutti perché ne abbiamo le possibilità, le competenze e le strutture – è stato detto in uno dei numerosi interventi – se ci prendiamo cura del sistema sanitario, il sistema sanitario si prenderà cura di noi. La risposta di questa piazza, in questa meravigliosa giornata, deve essere l’inizio di una nuova sanità pubblica”.
Medici, infermieri, studenti, pensionati, si sono alternati sul palco. “Non permetteremo di cancellare con un colpo di spugna – è stato detto in un intervento – un patrimonio che ci è stato consegnato”.
Vincenzo Sgalla (Cgil): “mandiamo la foto di questa piazza gremita che vuole la sanità pubblica e universale alla presidente Tesei e all’assessore Coletto, qua ci sono persone che pretendono di avere risposte dopo anni di tagli, sia da destra ma anche con governi con di sinistra. Ora però c’è un piano sanitario regionale adottato senza discutere con nessuno con tagli al personale e ai farmaci: questo significa una cosa sola, non dare servizi pubblici ai cittadini”.
Maurizio Molinari (Uil): “siamo ancora pronti e disponibili a un confronto leale con la regione perché un piano così importante non si può fare senza i sindacati”.
“Auspichiamo che dopo la manifestazione di oggi si avvii davvero un processo partecipato e serio, che possa far scaturire un percorso fortemente
condiviso con una conseguente quanto decisa correzione di rotta – scrive in una nota Fabio Paparelli , consigliere del Partito Democratico e portavoce dell’opposizione – la verità è che il nuovo piano sanitario andrebbe riscritto così come è stato evidenziato dalle forze sociali e dalla stessa Università e va messa al centro la sanità e la medicina territoriale, l’ innovazione, le case di comunità in maniera diffusa, potenziati i servizi nei territori e non chiusi i luoghi dove fare analisi e diagnostica, tanto per fare alcuni esempi”.
“Se pensiamo alla rete ospedaliera – aggiunge Paparelli – la Giunta regionale farebbe bene a passare rapidamente dalle enunciazioni ai fatti, visto che l’ assessore Coletto ed il direttore D’ Angelo si sono detti d’ accordo, ad esempio, con la previsione del piano sanitario da me preadottato nel maggio 2019, in qualità di Presidente, che intendeva assegnare funzionalmente e gerarchicamente taluni ospedali come quelli di Narni, Amelia o Pantalla alle aziende ospedaliere di Terni e Perugia, al fine di sgravare i medesimi dalla bassa e media complessità e realizzare una effettiva integrazione.
La Giunta si preoccupi davvero di potenziare le due aziende ospedaliere con pari dignità e non provi a smantellare l’ospedale di Terni, ridotto a poco più di una Rsa, o ad inventarsi percorsi di finanza creativa, tutti ancora da accertare, spacciandoli come soluzioni salvifiche per la realizzazione del nuovo ospedale.
Pensi piuttosto, con maggior coscienza, alla presa in carico dei malati cronici, specie oncologici, le cui prestazioni e il cui controllo debbono essere, da subito, prenotate e cadenzate direttamente dallo specialista, senza entrare nelle infinite liste di attesa, rispetto alle quali il piano proposto non da alcuna soluzione concreta. Tale previsione era già compresa nel piano di abbattimento delle liste di attesa del maggio 2019, incredibilmente accantonato e sostituito con il nulla”.