Grande partecipazione e ricchezza di contenuti hanno caratterizzato “Terni Universitaria”, la due giorni di confronto ospitata nel Salone Bazzani del PalaSì!, promossa da realtà civiche e culturali del territorio. L’iniziativa ha rappresentato un momento concreto di dialogo sul ruolo strategico dell’università nello sviluppo della città e sulla formazione come bene comune da tutelare e rilanciare.
Oltre venti interventi hanno animato il dibattito, coinvolgendo docenti, studenti, istituzioni, imprenditori e rappresentanti del mondo associativo, in un luogo come il PalaSì! che si configura ormai come la nuova agorà cittadina. È emersa in modo chiaro la consapevolezza che Terni ha oggi un’occasione storica per avviare una nuova fase universitaria, fondata su identità, coesione e visione.
A dare il via ai lavori è stato un messaggio forte e diretto: “L’università a Terni non è un favore concesso ma un diritto”. Con queste parole, Sauro Pellerucci ha sintetizzato l’urgenza di “poter contare su corsi di laurea identitari e innovativi in città, se davvero vogliamo attrarre ciò che muove e identifica un’Università di valore: gli studenti”.
Durante il confronto, tra i numerosi partecipanti, è stata rilanciata con forza una domanda cruciale: “Vogliamo solo un polo didattico o anche di ricerca? Possiamo pretendere di crescere affidandoci solo a Perugia anche se da tempo osserviamo altri centri urbani delle Regioni vicine, seppur di minor rilevanza rispetto a Terni, affermarsi con successo?” Interrogativi che pongono al centro il bisogno di una governance chiara, ambiziosa e autonoma, capace di trasformare idee in progetti concreti.
Non meno rilevante il tema dell’identità e dell’attrattività: “All’università serve una struttura coesa, servizi adeguati e un’idea di futuro che attragga e trattenga studenti.” Un’idea ribadita anche da chi ha ricordato che “non esiste una contrapposizione tra territori, ma un problema di conoscenza: serve un progetto che unisca formazione, ricerca e impresa.”
È stata richiamata anche l’esperienza del passato: “Trent’anni fa una rete tra istituzioni e territorio rese possibile una realtà universitaria pionieristica. Oggi serve un campus integrato e una Fondazione di Comunità per garantire visione, risorse e continuità.”
Dal mondo imprenditoriale è arrivata una riflessione diretta: “Vogliamo davvero l’università a Terni? E perché?” e un invito a cambiare prospettiva: “Non possiamo aspettare che altri agiscano. Le aziende devono sedersi accanto all’università e progettare insieme nuove opportunità per i giovani.”
Un altro passaggio ha evidenziato che “la presenza universitaria deve contribuire a un modello di sviluppo sostenibile, basato sulla conoscenza, sull’innovazione e sulla valorizzazione delle competenze locali.” E a chiusura dei lavori, è emerso anche un appello a “non disperdere quanto emerso da questo incontro: oggi abbiamo raccolto parole e proposte, domani dobbiamo trasformarle in direzioni operative e alleanze concrete.”
Numerosi altri sono stati gli spunti illuminanti e le proposte significative emerse durante il dibattito, a testimonianza della vitalità e della competenza diffusa tra i partecipanti. Idee innovative, riflessioni critiche e visioni a lungo termine hanno arricchito il confronto, confermando che esiste una rete pronta a fare sistema e a costruire insieme una nuova idea di università, davvero radicata nel territorio.
In sintesi, “Terni Universitaria” ha lasciato un messaggio chiaro: costruire un’università protagonista dello sviluppo locale è necessario, vitale per il territorio. Serve ora il coraggio di dare seguito a questo slancio, trasformando le parole in azioni e le visioni in percorsi condivisi.