Anche in Umbria, come a livello nazionale, si registra una riduzione della crescita di contagi da Coronavirus che non è più esponenziale. Dai primi di novembre, infatti, la curva di diffusione è diventata più piatta. È quanto emerso dalla conferenza stampa settimanale di aggiornamento sull’emergenza sanitaria. Gli epidemiologi della task force della Regione hanno rilevato che non c’è ancora un’inversione della curva, ma l’indice Rt medio negli ultimi 15 giorni si è stabilizzato a 1,01.
Sono stati 556 i nuovi casi Covid registrati in Umbria nell’ultimo giorno a fronte di 5.509 tamponi. Il tasso di positività è quindi intorno al 10%, in leggero calo rispetto al 10,6% di ieri. Registrati inoltre 438 guariti, 7 decessi, 446 ricoverati, due più di ieri, 76 dei quali in terapia intensiva (uno in più). Una situazione più stabile, quindi, dovuta alle misure restrittive attuate sia dal Governo che dalla Regione, che stanno dando risultati. I provvedimenti, infatti, hanno portato ad un crollo della mobilità delle persone che, tra il 1° ottobre ed il 15 novembre, è stata di circa il 50%. L’evoluzione, però, si potrà vedere quando si ridurranno ricoveri e decessi e ciò oltre un mese dopo l’attuazione delle misure restrittive.
Il direttore regionale alla Sanità Claudio Dario ha descritto la seconda ondata di coronavirus come “un allagamento diffuso, multifocale e contemporaneo”, mentre per la prima ha usato il paragone dell’alluvione. “Per questo motivo – ha spiegato – le misure applicate sono state efficaci ma non tali da tenere all’esterno il virus, con il rischio di contagio che poteva coinvolgere chiunque”.
E’ stato poi rilevato che le aree a più alta densità di popolazione sono quelle dove c’è un’incidenza più elevata di casi, ma risulta impossibile identificare “zone rosse perché c’è movimento del virus”.