“Stiamo dando una risposta efficace a questa terza ondata. Aumentano i guariti e diminuiscono i malati”.
Così ha esordito l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto nella videconferenza stampa di aggiornamento settimanale dell’epidemia.
“I dati relativi all’andamento del Covid tra gli operatori delle aziende sanitarie umbre sono tendenzialmente positivi. I cluster tra il personale sanitario – ha sottolineato l’assessore – stanno diminuendo se non addirittura sparendo e questo è importante per la popolazione che si serve degli ospedali non solo per questioni legate al Covid ma anche per normali patologie che possono essere gestite con estrema serenità nelle strutture.”
“L’andamento della curva epidemica questa settimana mantiene la flessione, ha evidenziato Marco Cristofori del nucleo epidemiologico regionale, c’è un’inversione di tendenza perché stanno facendo effetto le misure restrittive. L’Rt ha delle oscillazioni, ma si mantiene sotto 1 e giustifica questa tendenza. La provincia di Perugia ha ridotto l’incidenza di quasi 100 punti in due settimane mentre Terni si trova intorno a 70. Per quanto riguarda le classi di età scolare, dai 3 ai 18 anni, con la chiusura delle scuole c’è stato un crollo da 400 intorno a 200. Anche le altre classi di età tendono al ribasso, ma è in controtendenza quella tra i 19 e i 24 anni. Il rapporto tamponi molecolari positivi con il Contact trecing sta tenendo botta, è proporzionale alla richiesta che viene dal territorio”.
“I ricoveri sono a livello molto alto, ha aggiunto Carla Bietta del comitato epidemiologico, ma in una fase di tendenziale stabilizzazione. I decessi sono in rallentamento anche se il numero è ancora consistente. Terni conta 100 casi ogni 100.000 abitanti, Perugia si avvicina a 200 casi ogni 100.000 abitanti. La provincia di Terni si è sempre mantenuta intorno a 50 nuovi casi mentre quella di Perugia comincia ad avere una riduzione dopo 15 giorni dall’attuazione delle misure restrittive. Aver mantenuto una bassa velocità del virus nel ternano ha consentito e consente una gestione ottimale dell’epidemia, sebbene sia normale che le varianti girino”.
La questione varianti è stata affrontata dal commissario all’emergenza Covid in Umbria Massimo D’Angelo.
“È stata condotta un’indagine di prevalenza su 176 campioni sequenziati dal sistema sanitario nazionale: in 95 campioni è stata riscontrata la variante brasiliana mentre in 52 la variante inglese e 29 campioni sono stati contraddistinti con altro, ovvero il virus selvaggio non riconducibile a varianti. Nei laboratori di Perugia la variante brasiliana è stata riscontrata nel 71% dei campioni mentre quella inglese nel 24%; nel laboratorio di Terni e nello zooprofilattico la variante brasiliana è presente nel 25% dei campioni quella inglese nel 21%; nei laboratori di Foligno e Spoleto la variante brasiliana è presente nel 43% dei campioni e nel 57% dei campioni la variante inglese; nel laboratorio di Città di Castello 34% variante brasiliana e 39% variante inglese. Nel totale sui 176 campioni umbri esaminati, il 54% contiene la variante brasiliana e il 30% quella inglese”.
“In alcune aree come il perugino – ha spiegato Marco Cristofori – ormai ci sono quasi esclusivamente le varianti del Covid-19. A Terni, invece, c’è ancora la prevalenza del virus originario”.
“Sappiamo quanto ci è costato, quanto è costato ai cittadini, ha concluso l’assessore Coletto, far piegare questa curva a fronte delle due varianti. Mancano ancora le cure domiciliari per l’assenza di protocolli nazionali. I vaccini sono la ‘stella polare’ della lotta al virus, ma serve un’integrazione con le cure domiciliari e le nuove molecole. Circa le misure da applicare in Umbria, ‘arancione rafforzato’ piuttosto che ‘rosso’, le stiamo valutando alla luce dei dati disponibili e domani avremo l’ordinanza nazionale con il nuovo ‘colore’ che ci verrà attribuito e che sarà la base per le successive decisioni”.