La mostra c’è ma non c’è. Non è un gioco di parole ma la trasformazione dell’esposizione inaugurale di Crac Gallery, ossia Chiara Ronchini Arte Contemporanea, da “Fruh am Morgen” in “Ci scusiamo per il disagio”. Disagio dovuto alla mancata consegna delle opere di Simona Molino e Matteo Lucidi destinate alla mostra, prese in “ostaggio” da uno sciopero indetto dai lavoratori del corriere SDA che blocca migliaia di pacchi nella zona del milanese. Artisti e gallerista si sono così trovati difronte ad una scelta: mantenere l’impegno preso o rimandare l’inaugurazione della galleria e della mostra? Tutti e tre si sono subito trovati d’accordo: si va avanti!
Nonostante tutto, quindi, Terni si è arricchita di un nuovo spazio artistico culturale e puntualmente, in via Braccini, è stato aperto, come spiega Chiara Ronchini, “un luogo non luogo, un punto di incontro ed un punto di partenza per artisti e non solo. Vuole essere un punto di riferimento per esporre, per creare progetti, per ospitare nuovi linguaggi artistici ma soprattutto ogni forma espressiva senza limiti e senza regole”.
E la mostra?
La mostra ha preso spunto dalla realtà e l’ha inglobata nell’esposizione. Ad un lato della galleria sono appese un paio d’opere di Molino e Lucidi, scampate al “sequestro”, realizzate appositamente per Crac utilizzando la classica pellicola da imballaggio, materiale che il duo berlinese d’adozione eleva e nobilita privilegiandone l’aspetto estetico rispetto a quello funzionale. Dall’altro lato è rappresentato – con fotografie ed articoli di vari giornali – quanto sta succedendo ai dipendenti del corriere che protestano a causa di quella che definiscono una cattiva organizzazione del lavoro e della forte precarietà dei contratti. “Vista la forte attinenza di ciò che sta accadendo, spiegano Molino e Lucidi, abbiamo ritenuto opportuno modificare la mostra includendo la realtà dei fatti nel progetto espositivo. Mettere in gioco il nostro disagio da consumatori dipendenti ci sembra interessante in quanto aggiunge un aspetto performativo al risultato finale”.
Insomma, un’operazione culturale veramente originale portata a termine da due giovani artisti ed una giovane gallerista che non si sono lasciati abbattere dalle avversità ma le hanno trasformate in arte contemporanea.