Il sindaco di Terni, Leonardo Latini, esprime un giudizio favorevole sulle norme contenute nel decreto sicurezza messe a punto dal ministro dell’interno Matteo Salvini. E’ favorevole e quindi ne applicherà le misure previste.
“I sindaci – osserva tra le altre cose Latini – devono sempre e comunque rispettare le leggi, pena una grave delegittimazione delle Istituzioni che rappresentano.”
“La gestione dell’immigrazione in questi ultimi anni ha aumentato il senso di insicurezza e il disagio sociale dei cittadini. La cancellazione dei flussi programmati e l’equiparazione tout court tra rifugiati e migranti economici ha prodotto conseguenze che era doveroso contrastare agendo alla radice di quella equiparazione. Sulle città, sulle prefetture e sulle comunità locali, infatti, si sono scaricati i costi gestionali, sociali e di sicurezza derivanti dal fenomeno con scelte dissennate e illogiche”.
“Il Decreto Sicurezza del Ministro Salvini chiude definitivamente questa stagione cambiando completamente l’approccio alla gestione del problema: in Italia d’ora in avanti si accoglie solo ed esclusivamente chi ha diritto e chi rispetta le regole, senza aprire le porte indiscriminatamente, così come avviene negli altri Paesi europei che peraltro ci hanno completamente lasciati soli nella gestione del fenomeno”. Secondo il sindaco Latini occorre quindi evitare speculazioni politiche a danno dei cittadini”.
Il decreto sicurezza ha spaccato l’ANCI, l’associazione dei comuni italiani il cui presidente, De Caro, sindaco di Bari, ne ha criticato i contenuti. I sindaci di Palermo e Napoli, Orlando e De Magistris, hanno già detto che non lo applicheranno.
Il sindaco di Narni, Francesco De Rebotti, presidente di Anci Umbria, ha commentato:”la polemica politica a noi non interessa, come sindaci ci interessa di più il tema della gestione di ciò che succede nel territorio e per questo ci auguriamo interventi che modifichino alcuni aspetti della legge. Rischiamo che molte persone sfuggano a qualsiasi tipo di controllo e censimento -afferma De Rebotti – e rimangano nei nostri territori a fronte delle difficoltà nei rimpatri. Si tratta di persone che escono dai sistemi di accoglienza che sono stati ridotti e che rischiano l’anonimato sul territorio. Questo aspetto – conclude il presidente di Anci Umbria – è fonte di preoccupazione dal punto di vista della sicurezza e di responsabilità degli Enti Locali che, con dei costi, devono comunque assistere queste persone. La questione- secondo De Rebotti – deve essere affrontata rapidamente in maniera concorde fra governo e comuni così da restituire più serenità ai sindaci”.