Per anni medici sportivi, e non, si sono affannati a lanciare messaggi su quanto fosse opportuno fare attività fisica per la salute sia fisica che psichica di ognuno di noi con notevoli risparmi del Servizio Sanitario Nazionale.
Ci sono voluti anni affinchè il messaggio fosse recepito dalla popolazione e dobbiamo ammettere che sempre più spesso nei parchi, nelle zone con percorsi adatti al jogging, senza dimenticare di considerare le attività all’interno delle palestre, si vedevano giovani e meno giovani a praticare l’attività sportiva preferita.
Oggi, però, in tempo di coronavirus il messaggio è l’opposto di quello lanciato allora ovvero evitare di fare attività fisica all’aperto, in gruppi ed al chiuso di una palestra o di una piscina.
Si affannano le massime autorità scientifiche, uomini di sport, di spettacolo, uomini con responsabilità a livello istituzionale sia locale che nazionale ma gli appelli, gli inviti a non uscire di casa, se in in casi di estrema necessità, risultano vani.
Troppa gente se ne infischia degli appelli, troppa gente ignora che proteggendo la sua salute protegge anche quella degli altri e continua, quindi, a fare ciò che più gli aggrada senza considerare il pericolo del coronavirus.
Ci vogliono misure più severe, più restrittive perchè è impossibile che l’incoscienza di qualcuno possa mettere a repentaglio la vita di coloro che, per necessità e aggiungerei per missione, si trovano ad operare per il bene di tutti.
E la serietà di quanto sia drammatico il momento e lo stato di paura che domina in Italia, ad eccezione di come detto sopra di coloro che si possono considerare irresponsabili ed immaturi, è testimoniato da due gesti di due sportivi, di due allenatori, Bepi Pillon e Beppe Sannino che addirittura hanno rinunciato al loro lavoro con le dimissioni.
Iniziamo dal primo alla guida fino a qualche giorno fa del Cosenza e con una carriera importante tra serie A e Serie B. Si, fino a qualche giorno fa perché ora non è più l’allenatore della squadra calabrese avendo rassegnato le dimissioni per rientrare in Veneto, accanto alla sua famiglia.
Pillon non resisteva più lontano da casa.
“ In questo periodo di difficoltà per l’Italia, ha detto alla Gazzetta dello Sport, il mio pensiero e la mia preoccupazione sono rivolti alla salute mia, della mia famiglia ma anche a quella di tutti gli altri italiani”.
L’altro è un altro allenatore italiano, Beppe Sannino, che in diverse occasioni ha incrociato anche la Ternana ed era anche un ottimo amico di Paolo Doto.
Sannino allenava la Honved Budapest anche con buoni risultati ma anche lui, come Pillon, ha sentito il bisogno di tutelare la sua salute e quella dei suoi collaboratori.
” La salute-ha detto Sannino-viene prima del lavoro “.
Ecco, sono soltanto due degli esempi che dovrebbero convincere chi non lo ha ancora capito che la situazione è gravissima ed è folle per sè e per gli altri continuare ad ignorare quelle che sono le normative che impediscono di fare attività sportive a livello individuale o di gruppo sia all’aria aperta che al chiuso di una palestra, di una piscina.
Diamoci tutti una regolata!