Prete di strada, prete degli ultimi, prete coraggio. Non mancano le definizioni per don Antonio Coluccia impegnato quotidianamente nel combattere la criminalità e il malaffare. Lo fa attraverso la presenza fisica nella sua borgata San Basilio , a Roma.
Vive sotto scorta e anche a Terni, questa mattina, i suoi angeli custodi lo hanno seguito. Ha ricevuto pesanti intimidazioni e minacce di morte per il suo impegno.
Ha trasformato la villa lussuosa sequestrata a un componente della banda della Magliana in un centro di accoglienza per poveri e bisognosi.
“Terni è una città bella e contraddittoria – ha detto don Antonio – con la comunità civile che vive in uno stato di omertà, che fa finta di non vedere che la droga a Terni è un problema, che è un tumore sociale.”
Don Antonio ha poi ricordato oltre Flavio e Gianluca morti entrambi a Terni nel sonno nel luglio 2020 dopo aver ingerito un mix micidiale a base di metadone, Maria Chiara morta ad Amelia per overdose “che ha preso la droga a San Basilio, una delle piazze di spaccio più grandi d’Europa, gestita dalla ‘ndrangheta”.
Don Antonio ha poi rivelato che ieri sera “stavo facendo attività e mi avvicino a un ragazzo, in piazza della lupa, gli ho chiesto cosa stesse facendo e lui mi ha risposto che stava qui perché era venuto a comprare un pezzo di cocaina, veniva da Narni, ma è possibile che possa accadere questo?”
Da don Antonio è arrivata poi una invettiva contro i rapper: “ho ascoltato alcune canzoni rap che inneggiano alla droga, che vergogna, che schifo”.