La gara di appalto (molto citicata) per i servizi socio-sanitaria di UslUmbria2 è stata sospesa.
UslUmbria2, gara di appalto per i servizi di assistenza. Le coop sociali: “vincerà chi pagherà meno i lavoratori, è una gara solo al massimo ribasso”
Federsolidarietà e Legacoopsociali ora chiedono di riconsiderare la procedura rendendola coerente con le linee di indirizzo sugli appalti pubblici approvate dal Consiglio Regionale dell’Umbria nella seduta dello scorso 13 luglio.
” Il Consiglio Regionale dell’Umbria – afferma Andrea Bernardoni, Presidente di Legacoopsociali – ha approvato all’unanimità una risoluzione molto importante in materia di appalti pubblici che impegna la Giunta ad adoperarsi affinché i committenti regionali non utilizzino, nelle gare relative ai servizi di welfare, formule legate al massimo ribasso sia nelle forma che nella sostanza. Con questo atto le forze di maggioranza e di opposizione hanno sottolineato l’importanza della qualità di queste prestazioni per la Regione Umbria esprimendo un indirizzo politico chiaro che mette al centro dell’azione pubblica i diritti dei cittadini ed i lavoratori. La gara della USL Umbria 2, come abbiamo più volte denunciato, è nei fatti una gara al massimo ribasso che non prevede la presentazione del progetto tecnico da parte dei concorrenti. Questa gara è in chiara contraddizione con quanto deliberato. Per queste ragioni auspichiamo che la USL Umbria 2 riconsideri la gara rendendola coerente con gli indirizzi in materia di appalti pubblici definiti”. La risoluzione inoltre impegna la Giunta ad adoperarsi affinché le procedure di affidamento relative ai servizi di welfare tengano conto del progetto tecnico elaborato per la gestione dei servizi, delle esperienze maturate nel settore, della capacità di rapporto con il territorio, della validità del progetto di intervento in relazione agli obiettivi individuati dall’ente, della professionalità e della qualificazione degli operatori e della modalità di coinvolgimento degli utenti e dei loro famigliari.”
“Come avvenuto per l’approvazione della risoluzione sugli appalti – aggiunge Carlo Di Somma, Presidente di Federsolidarietà – auspichiamo che con spirito bipartisan le forze politiche di maggioranza e di opposizione approvino al più presto una legge regionale su questo argomento, ponendo particolare attenzione alle persone più fragili. In materia di appalti abbiamo idee e proposte che metteremo a disposizione del confronto pubblico. Inoltre crediamo che la Regione Umbria debba intraprendere con decisione il percorso dell’accreditamento per i servizi di welfare come fatto negli ultimi dieci anni da altre regioni all’avanguardia in materia di welfare come la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna. Le gare di appalto, infatti, anche se fatte in modo corretto frenano gli investimenti dei soggetti privati che potrebbero offrire un importante contributo per innovare i servizi di welfare della nostra regione”.
“La sospensione dei termini dell’offerta per la gara della Usl 2 per i servizi di assistenza residenziale, semiresidenziale e domiciliare, destinati a utenti di diverse tipologie di Usl Umbria 2 testimonia quello che avevamo detto: vale a dire evidenti criticità legate ad un appalto da 36 milioni di euro, che impiega oltre mille persone e che si è configurato come una gara al massimo ribasso. Il lavoro – afferma Bori – è un diritto tutelato a livello costituzionale, ma dovrebbe essere un’attività dignitosa, in grado di assicurare ai lavoratori qualità della vita e un’esistenza libera. Per questo abbiamo ritenuto e riteniamo una scelta grave la gara per la gestione dei servizi socio sanitari pubblicata da Usl Umbria 2, con numerosi elementi critici che impatteranno, oltre che sulla qualità dei servizi, anche sui lavoratori. La mancanza di una attenta valutazione della qualità delle imprese, l’assenza di richiesta di progetto tecnico organizzativo dei servizi, la mancanza dell’obbligo di sopralluogo nei luoghi di erogazione sono aspetti negativi che dimostrano un approccio superficiale e scarsamente calato nel territorio.
Rinnoviamo l’invito ad intervenire nei confronti delle istituzioni – aggiunge il capogruppo PD – per garantire la qualità dei servizi e per tutelare 1.200 lavoratori che, negli ultimi 18 mesi, hanno portato avanti i servizi in una fase difficilissima come quella della pandemia.”