La delicata situazione in atto all’Elettrocarbonium di Narni Scalo, dopo la richiesta avanzata dalla Sgl di riconsegnare lo stabilimento entro 20 giorni, è finita sui banchi dell’Assemblea legislativa dell’Umbria.
Rispondendo ad una richiesta del consigliere del Pd Eros Brega, l’assessore regionale Fabio Paparelli ha riassunto i contorni della vicenda ed ha annunciato l’imminente riunione del tavolo nazionale presso il Ministero dello Sviluppo Economico, convocata per il 19 gennaio prossimo,
evidenziando come non si potrà prescindere da un serio piano industriale e da un rigoroso rispetto delle esigenze di bonifica ambientale.
“Ci sono stati due contratti fino al 31 dicembre 2015 – ha spiegato Paparelli – che hanno attribuito in comodato d’uso lo stabilimento e gli impianti alla Elettrocarbonium, condizionandone l’efficacia alla sottoscrizione di un accordo di programma che definisse le vicende ambientali e le prospettive industriali e di continuità produttiva del sito. La conferenza di servizi attivata per la definizione delle procedure e obbligazioni di natura ambientale – ha proseguito – ha ritenuto di dover richiedere alla Sgl ulteriori approfondimenti rispetto al piano presentato. A tale fine è stato assegnato il termine del 15 febbraio nella prospettiva della successiva sottoscrizione dell’accordo di programma e quindi della risoluzione della clausola sospensiva contenuta nei contratti originariamente stipulati. Il 4 gennaio scorso, dopo numerosi incontri convocati dalla Regione e dopo fitta corrispondenza tra le parti, Sgl ha trasmesso ad Elettrocarbonium la richiesta di riconsegnare gli stabilimenti nel termine di 20 giorni”.
L’assessore umbro ha sottolineato come la Regione abbia fatto la propria parte concedendo 140 mila euro di incentivi per la riassunzione di parte dei 70 occupati attuali e 1,4 milioni per possibili investimenti che però l’azienda non ha ancora utilizzato. “Obiettivamente – ha proseguito Paparelli – è interesse delle imprese coinvolte e del territorio che si giunga ad una soluzione che passi attraverso la stipula dell’accordo di programma evitando la deindustrializzazione e gli impatti occupazionali dell’area e consentendo il rispetto degli obblighi sulla base del rispetto delle norme vigenti. La richiesta di restituzione del sito – ha aggiunto l’assessore regionale – ci ha indotto a chiedere una urgente convocazione del tavolo nazionale per ricercare soluzioni utili a salvaguardare la continuità produttiva e i livelli occupazionali. Non spetta certo alla Regione, in generale, inserirsi nei rapporti contrattuali tra due imprese. Serve, invece, un piano industriale per sostanziare la prospettiva produttiva e comunque ci deve essere un rispetto rigoroso delle norme sulla bonifica, tenendo insieme – ha concluso – la necessità del rispetto delle norme ambientali con la salvaguardia del sito e dei posti di lavoro”.
Alla relazione dell’assessore regionale allo sviluppo economico, hanno fatto seguito gli interventi di Eros Brega (Pd): “aspettare la convocazione del tavolo nazionale al ministero e rinviare il dibattito sull’argomento alla prima seduta utile dell’Assemblea. L’impegno prioritario sarà comunque di salvaguardare i 70 posti di lavoro rimasti”, e di Andrea Liberati (M5S): “abbiamo incontrato, a Narni, delle persone coinvolte nella vicenda, che hanno manifestato forte malessere. Abbiamo compreso che un Piano industriale non c’è. Tre giovani sono stati già licenziati. Va fatta chiarezza anche sul profilo ambientale. La bonifica non può essere messa in secondo piano”.