Si conclude nel peggiore dei modi il Gp di Aragon per Danilo Petrucci, che finisce la gara in 20° posizione dopo una prestazione anonima. Il ternano non era riuscito a trovare nelle prove libere il setting giusto per la sua Desmosedici, ma la speranza era di ribaltare il risultato delle qualifiche (16°) con una top ten.
La terra spagnola invece si è rivelata avida di soddisfazioni ed emozioni – positive almeno – per Petrux e il team Pramac. In partenza Danilo era riuscito a guadagnare una posizione, ma dopo poche tornate invece di migliorare è stato lentamente risucchiato nel gruppo dei peggiori. Un epilogo triste per il pilota di Terni, terzultimo al traguardo e lontano anche dal suo compagno di box, Scott Redding, che ha portato 2 punti alla squadra con il 14° posto. Danilo lo sa e non ha cercato scuse: «È un week end da dimenticare» ha dichiarato «Non sono riuscito ad essere competitivo e sono molto dispiaciuto per questo. Durante la gara ho consumato troppo la gomma posteriore. Un mio errore? Non so dirlo. Ma in condizioni normali questa non è la mia posizione». Adesso il compito più difficile: voltare pagina e aspettare il riscatto, il prossimo 15 Ottobre sulla posta di Motegi.
Non è andata meglio alla Ducati ufficiale, che può sì festeggiare il podio di Lorenzo (3°, dopo più di metà gara in testa) ma perde la vetta della classifica con Dovizioso, finito 7° a più di 7 secondi da Marc Marquez, leader della corsa e – ormai – anche del Mondiale. Il folletto di Cervera, ora con 16 punti di vantaggio sull’italiano, ha sfruttato al meglio la superiorità (imbarazzante) della Honda, come dimostra il “cammino” di Dani Pedrosa. Lo spagnolo, finito 2° a 8 decimi dalla vetta, ha messo in scena una rimonta strepitosa dopo una prima metà di gara passata in lotta per la 5° piazza: senza le schermaglie con Viñales (4° alla bandiera a scacchi) avrebbe potuto vincere.
Una classifica a parte la merita Valentino Rossi, autore di una prestazione che ha dell’incredibile. Non solo per la 5° piazza finale (a 24 giorni dall’intervento), quanto per la battaglia, a cui il Dottore non si è sottratto per tutta la gara. A dispetto dell’operazione e del dolore alla gamba il 9 volte iridato ha tallonato per molti giri Lorenzo (allora in testa) e, quando il fisico ha ceduto, ha rintuzzato fino allo strenuo gli attacchi di Marquez, Pedrosa e del compagno Maverick Viñales. Una bagarre da vero leone, ferito e con “qualche” anno in più degli altri (38) ma sempre pronto a buttarsi nella mischia.
(Giulio Sacco)