È morto il giorno di ferragosto l’architetto Michele Giorgini. Aveva 79 anni. Non si terranno funerali.
Giorgini è da considerare come custode della memoria architettonica della città di Terni.
IL RICORDO DELL’ARCHITETTO DANILO PIRRO
Con la scomparsa dell’architetto Michele Giorgini, Terni perde una delle sue figure più attente e rigorose nello studio della propria storia urbana e architettonica.
Studioso appassionato, Giorgini ha dedicato buona parte della sua vita alla ricerca e alla divulgazione, concentrandosi su temi che hanno restituito alla città la consapevolezza delle proprie radici. La sua opera si è distinta in particolare per gli approfondimenti su Cesare Bazzani, il grande architetto romano che contribuì a ridisegnare il volto di Terni nel Novecento. Ma Giorgini ha allargato il suo sguardo anche ad altre figure centrali, come Luigi Poletti, e a professionisti locali spesso dimenticati – fra i quali Silvio Guerrini e Gaetano Coppoli – restituendo loro il posto che meritano nella memoria collettiva.
Un altro ambito in cui ha dato contributi fondamentali è quello dell’archeologia industriale: con studi pionieristici su siti come Papigno, Siri e Collestatte, Giorgini ha mostrato come l’identità di Terni non possa essere compresa senza il legame fra le sue architetture produttive, il territorio e le comunità che le hanno abitate.
Una presenza costante è stata la sua collaborazione con Ingenium, la rivista dell’Ordine degli Ingegneri di Terni, sulle cui pagine ha firmato numerosi saggi. Con rigore documentario e chiarezza espositiva, Giorgini ha raccontato storie di architetture e quartieri, riportando alla luce edifici dimenticati e progetti rimossi dalla memoria cittadina.
Il suo lavoro non era soltanto accademico: era una forma di impegno civile, un invito alla comunità a custodire la propria identità e a trarre insegnamento dal passato per progettare il futuro.
La sua scomparsa lascia un vuoto che si farà sentire a lungo. La città di Terni è oggi più povera, privata di una voce libera, colta e di rara onestà intellettuale. Ma il patrimonio di studi e riflessioni che Michele Giorgini ci lascia resta come un’eredità preziosa: un punto di riferimento per chiunque vorrà continuare a interrogare la storia e le architetture di questa città.