Terni ha commemorato oggi, nel 75° anniversario, il primo disastroso bombardamento che alle 10.30 dell’11 agosto 1943 ha ucciso numerosissime persone e praticamente distrutto la città. “Bombardamenti che proseguirono fino al 13 giugno 1944, ricorda Alvaro Valsenti dell’Anpi, rendendo Terni una città fantasma”. La cerimonia si è tenuta in via Lanzi dove è posta una lapide che ricorda le vittime.
Nel suo intervento il sindaco Leonardo Latini ha ricordato come “la nostra città ha subito molto e continua a subire anche oggi, sembra che abbia un destino segnato nonostante la forza d’animo della comunità di riferimento. Io penso, ha aggiunto, che anche oggi il modo migliore che abbiamo per onorare i nostri morti, come amministratori della città, è quello di impegnarci con tutte le nostre forze perché Terni non debba continuare a subire ulteriormente. Quindi non dobbiamo più subire violenze né decisioni che vengono prese altrove e che continuano a gravare sulla nostra città. Noi dobbiamo tornare ad essere padroni del nostro destino perché la nostra è una bellissima comunità e ci consentirà di fare questo. Noi sentiamo, come amministratori, ha concluso il sindaco, il peso di tutto questo”.
La polemica è scoppiata quando il primo cittadino ha attribuito il disastroso
bombardamento ternano agli angloamericani.
Il consigliere comunale di “Senso Civico” Alessandro Gentiletti ha tenuto a sottolineare che “la nostra città è unita nei valori dell’antifascismo ed è nostro dovere ricordare le responsabilità della vergogna fascista, respingere con fermezza ogni tentativo di assoluzione che voglia addebitare la responsabilità dei bombardamenti alle forze alleate che insieme alle forze partigiane hanno liberato questo Paese”.
Sandro Corsi ha affermato “noi ci siamo stati sempre (a questa commemorazione), quest’anno ci sono molte più persone, mi auguro siano animate dagli stessi sentimenti antifascisti e contro le guerre che sono la forza e la sostanza dei valori della nostra città”.
Mario Massarelli dell’Anpi si domanda “oggi vedo molte facce che non ho mai visto, bisognava conquistare il palazzo per stare qui e commemorare questi caduti?”