ore 18.30
Terminata nel primo pomeriggio la Conferenza dei servizi con la contemporanea notizia della Cassa integrazione ordinaria e del licenziamento di otto unità, quelle assunte per ultime.
La Conferenza ha stabilito che la bonifica si potrà fare in continuità produttiva e cioè insieme alla produzione della fabbrica. La Sgl Carbon spenderà sette milioni e duecento mila euro nei prossimi sette anni per ripulire il terreno dall’oltre cento anni di presenza.
Rimane l’incertezza sul desiderio Michele Monachino di continuare, il quale non ha ancora definito con il liquidatore della Sgl Carbon, Marco Petrucci, alcuna azione futura, azione che deve essere sostanziata adesso. O mai più. Intanto la presidente della Regione Catiuscia Marini ha chiesto un intervento urgente al Ministero dell’Industria.
ore 11.30
Poi Monachino s’è poi presentato. Con una lettera di licenziamento per nove persone, per coloro che sono stati assunti il ventotto dicembre. Quelle assunzioni avevano il vincolo della “prova” per tre mesi. E la prova, per Monachino non c’era bisogno di continuarla. Via allora. Intanto qualche problema tra i sindacati. La Cisl pare che non segua al momento le altre due sigle: una sorta di mistero che si associa alle altre situazioni poco chiare di questa vicenda.
I sindacati comunque nonostante la richiesta pressante, non sono nemmeno stati fatti accedere alla Conferenza dei Servizi, ancora in corso.
Durante una pausa Marco Petrucci, il liquidatore, si è incontrato informalmente coi lavoratori, per comunicare loro il pensiero della Sgl Carbon nella vicenda.
ore 08.00
Stamattina inizia la tanto richiamata Conferenza dei servivi tra tutti i soggetti interessati alla bonifica dell’area industriale di Narni Scalo, con i lavoratori della Elettrocarbonium a fare da “palo”, portando la loro protesta sulla soglia della sede ternana della Regione. E si confronteranno le due posizioni quella del liquidatore della Sfgl Carbon, Marco Petrucci e del Comune di Narni, che per bocca del suo assessore Marco De Arcangelis mantiene una posizione intransigente.
Eccole le posizioni, allora: secondo Sgl Carbon la messa in sicurezza permanente è raggiungibile con lavori per 5,4 milioni di euro e quelli proposti da Sgl Carbon, che ammontano a circa 7,2 milioni, sono già oltre ai limiti di legge. Poi, sempre secondo la Sgl Carbon, senza questa operazione lo stabilimento è di fatto incedibile, perchè rimarrebbe ancora incertezza sulla bonifica da effettuare per assolvere completamente all’obbligo di legge. Senza un chiarimento, si spera stamattina, non potrebbe esservi un compratore se non si libera il sito da questa incognita. Ma nemmeno la Sgl Carbon venderebbe a cuor leggero.
Il Comune vorrebbe, invece, condizionare l’approvazione del Piano di Bonifica ad un vincolo di “continuità produttiva”, cosa che la Sgl Carbon ritiene illegittima. Il Comune così punterebbe ad esercitare maggiori pressioni su Sgl Carbon affinché ceda al più presto e gratuitamente il sito industriale al nuovo investitore. Con uno strascico non da poco: se il Piano di Bonifica dovesse venire approvato con questa condizione alla Sgl Carbon non rimarrebbe che ricorrere al Tar dell’Umbria per chiederne la rimozione. Con il blocco di qualsiasi speranza.
Comunque quello che si aspettano i lavoratori e la Sgl Carbon dalla riunione di oggi è una decisione univoca che possa separare la questione, senza commistioni, che a ben vedere sino ad ora non hanno portato a nulla. Un’altra precisazione: a quest’ora della mattinata non si sa nulla di ufficiale sulla posizione, e sulla presenza, di Michele Monachino, l’amministratore della Sgl Carbon.