Ieri il sottosegretario alla Difesa, l’onorevole Stefania Pucciarelli ha visitato il Polo Mantenimento Armi Leggere di Terni , l’ex Fabbrica d’armi.
Oggi le RSU dello stabilimento, di Cgil-Cisl e Uil ribadiscono, pur ringraziando il sottosegretario per l’attenzione dimostrata, i problemi che rischiano di compromettere il futuro del Polo ternano.
Il primo, indubbiamente, è quello legato al personale.
“A causa dell’elevata anzianità media del personale – scrivono le RSU – la pianta organica dell’Ente ,fissata in 384 dipendenti civili, è attualmente scesa a meno di 230 unità per via del blocco del turn over e nei prossimi due anni scenderà vertiginosamente, per effetto dei pensionamenti, arrivando già alla fine del 2022 a 155 unità (senza contare l’impatto della riforma della legge “Fornero”), e a sole 70 alla fine del 2023, causando una disastrosa dispersione dell’elevato know-how acquisito, soprattutto dal personale tecnico, che avrà gravi conseguenze anche nel settore amministrativo e nei quadri direttivi civili (già impoveriti e sovraccaricati dalla carenza e dal continuo avvicendamento dei giovani ufficiali ingegneri).
Senza la realizzazione di un immediato piano straordinario di assunzioni di personale civile, soprattutto dell’area tecnico-industriale, accompagnato da adeguate coperture nella legge di bilancio 2021, che attui immediatamente la copertura delle carenze ufficializzate dalla Direzione Generale del Personale Civile nel recente documento relativo al fabbisogno triennale, e che preveda per il PMAL almeno 300 nuove immissioni di personale tecnico e amministrativo, non sarà più possibile scongiurare il ridimensionamento se non la stessa chiusura di questo insediamento logistico.
Manca ancora – aggiungono le RSU – ogni tipo di programmazione e/o processo di avvio, contestualmente al citato piano straordinario, della scuola di formazione, a livello nazionale, presso il Polo di Terni, indispensabile al fine di trasferire, con il contributo dei suoi dipendenti civili (quei pochi ancora in servizio), conoscenze ed esperienze a favore dell’Area Tecnico-Industriale della Difesa e favorire, in una prima fase, percorsi alternativi di reclutamento, anche a tempo determinato e/o mediante contratti formazione lavoro, alternanza scuola lavoro).
Ad oggi non vi è garanzia di previsione nei bilanci del dicastero di adeguate risorse per la spesa corrente in grado di assicurare almeno il funzionamento e l’ordinaria manutenzione dell’Ente, dei suoi impianti e delle sue attrezzature, in modo da consentirgli di assolvere alla propria mission e non rendere la parola “strategico”, priva di ogni significato.
In conclusione potrebbe costituire una proficua intuizione inserire l’ente ternano in un contesto organizzativo e di servizio ‘interforze’, vista la platea di utenti che già vi fanno riferimento e le sue enormi potenzialità in termini di offerta tecnica, sia verso altre FF.AA. e Corpi armati dello Stato, sia verso i poli universitari o il “mercato privato” e prevedere un vice direttore civile in grado di assicurare una maggiore continuità di indirizzi e di policy industriale.”