Il consigliere del Partito Democratico a Palazzo Spada, Valdimiro Orsini accusa le lobby della conservazione, oltre l’amministrazione in carica, per la situazione della Farmacie comunali. Oggi come anni indietro si sono opposte e si oppongono alla privatizzazione della farmacie pubbliche condannandole , di fatto, al fallimento.
Il salasso lo pagheranno i ternani e non sarà inferiore al milione e mezzo di euro.
“L’audizione di giovedì del presidente di FarmaciaTerni (Federico Ricci, in 3^ commissione consiliare) – sostiene Orsini – ha confermato tutte le nostre preoccupazioni. Le casse del Comune, e quindi i cittadini ternani, dovranno farsi carico nei prossimi mesi – tra ripiano delle perdite, ricapitalizzazione, slittamento dei canoni di servizio – di almeno un milione e mezzo di euro. Si tratta di una cifra molto consistente, ancor di più per un comune in dissesto. Denaro che poteva essere investito per le strade e la cura della città. Sono sicuro che su questo punto sono concordi anche consiglieri e amministratori di maggioranza che non possono dire la loro per ordini di scuderia.
La responsabilità di questo salasso finanziario è anche di questa amministrazione comunale che in un anno non ha saputo fare altro che mettere in difficoltà l’azienda con un braccio di ferro teso solo alla cacciata del precedente amministratore senza preoccuparsi delle sorti di FarmaciaTerni. Ma la responsabilità ancora più rilevante – accusa Orsini – è del blocco della conservazione e delle lobby che si sono opposte nei mesi e negli anni scorsi all’ingresso nel capitale sociale di un privato che portasse liquidità e una conduzione manageriale dell’azienda. E’ chiaro che c’è un mondo che preferisce una azienda pubblica debole, innanzitutto per eliminare un concorrente e non ultimo per continuare a rivendicare condizioni di privilegio.
Il risultato è una azienda in grande difficoltà, bisognosa di nuove iniezioni di denaro comunale – 615 mila euro nei prossimi giorni – incapace di assicurare sviluppo e lavoro.
RICAPITALIZZAZIONE?
Nutro inoltre molti dubbi sull’operazione di ricapitalizzazione. Innanzitutto nella procedura – sostiene Orsini – quella prospettata dalla maggioranza non tiene conto dei tempi di approvazione del bilancio dell’azienda né del ruolo autorizzatorio della Corte dei Conti. Infine sulla sostanza: senza interventi strutturali la situazione dell’azienda non è destinata a cambiare. Apprezzo l’impegno del nuovo amministratore, ma il suo piano industriale ricalca molti passaggi di quelli precedenti. Un piano che laddove prevede una dislocazione più dinamica dei punti vendita e l’apertura dei nuovi sarà ancora una volta vanificato dal blocco della conservazione che impera su Terni, in particolare sul versante delle aziende pubbliche e della distribuzione del farmaco”.