Le cartucce stanno per essere tutte sparate per la scelta, ad aprile, del nuovo presidente della Fondazione della ex Carit. Dove si appunterà la scelta? Su Antonio Alunni? Oppure su Luigi Carlini? O altri ancora? A ben vedere questa “gara” potrebbe essere interessante oppure no, a patto di conoscere il programma dei candidati, di come vorranno utilizzare i soldi che la Fondazione ha nei suoi forzieri e che non riesce a spendere, e quando lo fa, sempre con grande affanno e senza un vero disegno strategico.
Chissà allora se vi sarà un semplice prosieguo della gestione che sta per scadere, quella per intenderci del presidente Fornaci, che sembra abbia solamente tesaurizzato il capitale. Sembrerebbe dover dire che bene ha fatto, anche se per statuto, e per logica, un forte ristorno sarebbe dovuto andare nella economia reale, soprattutto nella fase di recessione come quella incontrata negli anni passati. Le scelte, le nomine del Comitato di indirizzo, quello che sceglierà il presidente, stanno diventando quanto di più politico e stucchevole si possa vedere, con molto poco interesse da parte dei cittadini, che, senza essere grandi strateghi, giudicheranno di conseguenza. Sembra che le prese di posizione di istituzioni e privati interessati, vadano tutte nella direzione, di un mantenimento dello status quo. Nella disputa anche lo stesso vescovo Piemontese, che invece poteva anche tenersi alla larga da qualsiasi indicazione, lasciandosi le mani libere.
Insomma i cittadini poco capiscono dei giochi bizantini che stanno dietro le nomine e ancora meno come sia possibile che la Fondazione abbia un così grande capitale investito in buoni, obbligazioni e molto altro, senza che a Terni ne abbiano un ritorno. Sembra addirittura che la Fondazione abbia anche prestato soldi alla Banca Europea di Investimenti. A Terni non si ha notizia di aiuti veri a start-up di ingegneri o scienziati, a elementi delle intelligenze cittadine, ad incubatori di imprese. Ma così va il mondo.
Viene allora registrata la presa di posizione di Enrico Vincenzo Malizia, già vicepresidente della giunta regionale, e che cerca di riportare il discorso ad un livello più comprensibile da parte dei cittadini. Naturalmente Terninrete è aperto a chiunque abbia cose da dire, qualsiasi altre.
E allora ecco Enrico Vincenzo Malizia:
“Sicuramente il Ministro del Bilancio del Governo tedesco, Schäuble, sarebbe ben felice nel vedere come la Fondazione ex Carit gestisce il proprio bilancio. Accorto, prudente e sparagnino. Infatti il Presidente Fornaci si vanta di aver tesaurizzato durante la sua gestione circa quaranta milioni di euro, pari a circa ottanta miliardi di lire, in altri termini non ha messo a disposizione della collettività, in un periodo di estrema crisi quelle risorse necessarie per lenire le difficoltà economiche e sociali della nostra gente. Le due Casse di risparmio, prima, e la Fondazione poi, sono state costituite proprio per aiutare i nostri conterranei a sviluppare le proprie attività economiche e sociali ed intervenire anche per aiutare i meno fortunati.
Da un semplice esame dei bilanci risulta che la fondazione ha in deposito presso le banche nei vari anni dai 20.000.000 ai 50.000.00 di euro di disponibilità liquide. Mentre 160.000.000 di euro circa sono investiti in titoli di stato, come i Buoni del Tesoro pluriennali.
In pratica in un periodo di crisi dove avremmo avuto bisogno del sostegno dello Stato, la Fondazione ex Carit ha prestato soldi allo Stato italiano ma non solo anche alla BEI.
Per effettuare questa complicata gestione della fondazione gli organi statutari sono stati remunerati con 290.000 euro l’anno, mentre il personale è costato solo 130.000 euro.
In conclusione i candidati alla presidenza ed alla vice presidenza, a proposito candidati da chi?, dovrebbero fornire alla collettività i loro programmi di gestione della Fondazione che ci si augura siano diversi da quella scadente.
IL BILANCIO consuntivo al 31/12/2014