La Cgil Funzione pubblica di Terni è fortemente preoccupata per il depotenziamento dei servizi pubblici: sanità, Asm ed ora servizi educativi comunali. In merito ai servizi all’infanzia del Comune è stata aperta una vertenza di cui si è parlato in una conferenza stampa che si è tenuta nella sede del sindacato.
“Non c’è solo la grande ingiustizia di un taglio delle indennità contrattuali che porta a una perdita media di 130 euro mensili per le educatrici dei nidi comunali, hanno osservato Giorgio Lucci e Desirè Marchetti della Fp Cgil di Terni, ma c’è soprattutto un atteggiamento complessivo che tradisce chiaramente la volontà politica di depotenziare il servizio pubblico, mentre si mettono soldi per favorire quello privato. E non ci si venga a dire che l’indennità di turno è stata sospesa ormai da 5 mesi per motivi di bilancio – hanno rimarcato Lucci e Marchetti – perché le indennità sono finanziate con un fondo ad hoc per il salario accessorio che non incide sul bilancio comunale”.
Inoltre l’amministrazione ha messo a disposizione delle famiglie che vogliono iscrivere i propri figli al privato un contributo di 30.000 euro.
“L’impressione che abbiamo come lavoratrici di questo servizio, da sempre in cima alle classifiche di qualità nazionali – hanno rimarcato Cinzia Colagrande e Elisabetta Dell’Università, due educatrici del Comune di Terni – è che non ci sia la volontà politica di continuare a far funzionare bene la macchina. La scuola dell’infanzia non può essere ridotta ad un parcheggio”.
“Non accetteremo di assistere a un indebolimento e a una silente privatizzazione dei servizi pubblici all’infanzia, da sempre fiore all’occhiello per questa città. Siamo pronti a proseguire il confronto con l’amministrazione, ma se non ci saranno passi avanti, hanno concluso, scatterà la mobilitazione”.