Il consiglio provinciale di Terni nella sua seduta del 5 giugno ha respinto la richiesta di istituire le figure del direttore generale e del capo di gabinetto.
Sulla vicenda torna oggi Francesco Ferranti (vice presidente-Forza Italia) spiegando perché , a suo avviso, sarebbe importante introdurre la figura del direttore generale.
“L’UPI – sostiene Ferranti – ha proposto a tutte le Regioni una legge per riorganizzare le funzioni provinciali su temi cruciali: caccia, pesca, agricoltura e promozione delle produzioni locali. Una chance straordinaria per tornare a parlare di amministrazione territoriale concreta, allineando le Province agli interessi di cittadini e imprese.
Tuttavia, perché questo rilancio sia efficace, non bastano deleghe e budget: servono strutture amministrative solide, adeguatamente dimensionate e competenti. Su questo Terni ha già dato un segnale di necessità di nominare un Direttore Generale, figura chiave per rafforzare un organico essenziale a gestire le nuove competenze.
Peccato che, in contrasto con il senso della legge Bassanini e l’unità nazionale tra centrodestra e centrosinistra su questo percorso virtuoso e produttivo , a livello locale si decidano voti contrari alla ricostituzione di un ruolo strategico per la provincia di Terni. È evidente un conflitto interno che ostacola la modernizzazione amministrativa e la crescita del territorio.
Per superare questo stallo interno e favorire il rilancio, propongo di:
1.Attivare un dialogo trasparente tra maggioranza e minoranza, costruendo spazi istituzionali di confronto che evitino incomprensioni — la comunicazione chiara è fondamentale per prevenire e risolvere tensioni interne
2.Chiarire ruoli e responsabilità: stabilire chi fa cosa nella macchina provinciale, riducendo sovrapposizioni e competizioni latenti
3.Adottare procedure condivise per la gestione futura delle deleghe: strumenti che definiscano modalità di decisione e collaborazione nell’interesse pubblico
4.Favorire una mediazione terza e autonoma, per esempio mediante figure super partes (esperti della PA o coach), utili a ricucire relazioni e trovare soluzioni di compromesso
5.Investire in formazione sui conflitti, affinando competenze nella negoziazione, ascolto attivo e gestione emotiva per dirigenti e staff, rendendo la macchina più resiliente e orientata al risultato
Implementando queste strategie, Terni potrà trasformare l’attuale conflitto in opportunità — un’occasione per crescere insieme, valorizzando il principio costituzionale del buon andamento (art. 97) e rilanciando nel concreto le competenze provinciali.
Credo – afferma ancora Ferranti – che superare i conflitti interni sia una condizione fondamentale per il rilancio dell’intera Provincia di Terni. Per questo proponiamo di aprire un confronto strutturato, definire ruoli con chiarezza, e affiancare ai nuovi compiti amministrativi strumenti di mediazione e formazione. Solo così potremo restituire concretezza e servizi ai cittadini, lavorando insieme per il bene comune.”
Tuttavia per Ferranti si apre anche un confronto con il suo partito. Il coordinamento provinciale di Forza Italia, infatti, ha espresso “la propria ferma contrarietà rispetto all’ipotesi, poi fortunatamente respinta dal Consiglio Provinciale, di istituire le figure del direttore generale e del capo di gabinetto del presidente della Provincia.
È semplicemente inconcepibile – sotto il profilo politico, istituzionale ed etico – che si possa anche solo immaginare di creare nuove poltrone, comode e prive di reale utilità, con il solo scopo di soddisfare le ambizioni di un singolo consigliere comunale. Un’operazione che avrebbe comportato un aggravio di costi per l’ente e un precedente pericoloso, tanto più in un momento storico in cui i cittadini chiedono alla politica serietà, responsabilità e sobrietà.
Bene hanno fatto i consiglieri provinciali che, con senso delle istituzioni e rispetto per il mandato ricevuto, hanno detto no a questa proposta, impedendo che si compisse un vero e proprio scempio amministrativo. Il sindaco e presidente Bandecchi rifletta: amministrare la cosa pubblica non può e non deve essere un esercizio autoreferenziale, né tantomeno un’occasione per distribuire incarichi ad personam”. La firma è del coordinatore provinciale Stefano Fatale.
Ferranti, raggiunto telefonicamente, replica: “prendo atto delle posizioni del mio partito espresse in un documento in cui non mi si cita e non si fa riferimento alla mia attività, mi avrebbe sorpreso lo avesse fatto. Le questioni politiche e amministrative vanno discusse per tempo e non, come spesso accade, a posteriori. L’ordine del giorno della seduta del consiglio provinciale era difatti nota e resa pubblica sulla pagina ufficiale della provincia e sull‘albo pretorio dal 23 maggio scorso , se vi fosse stato interesse a confrontarsi e a stabilire come muoversi , lo si sarebbe dovuto fare in questo lasso temporale di ben 12 giorni “.
Quanto alle alleanze politiche fuori dall’ambito del centrodestra il vice presidente della Provincia di Terni fa notare che “già sono in atto da tempo, governi locali trasversali , vedasi Baschi o Avigliano Umbro ove Forza Italia è al governo con i rispettivi vice sindaci che votano da anni a favore degli atti amministrativi del sindaco del Pd o poco più lontano la provincia di Viterbo ove il presidente di Forza Italia amministra con il Pd”.
Contro le figure del direttore generale e del capo di gabinetto si è schierato anche Fratelli d’Italia che fa notare come “sin dalle commissioni preliminari, aveva espresso la propria netta contrarietà a questa iniziativa, giudicandola inopportuna da un punto di vista organizzativo ed economico. Organizzativo in particolare perché come già evidenziato in Commissione prima e Consiglio poi, con la Giunta Pernazza si è dato il via ad un rinnovamento del personale con nuove assunzioni, percorso da proseguire e consolidare e soprattutto organizzare il personale a disposizione in modo efficace ed efficiente. Alla posizione di FdI si sono uniti il Partito Democratico e la consigliera Cinzia Fabrizi, che in aula hanno motivato il voto contrario evidenziando l’aumento di spesa a carico delle casse provinciali, ritenuto ingiustificato, anche alla luce delle competenze già presenti all’interno della struttura amministrativa attuale. La variazione di bilancio proposta per coprire queste assunzioni è stata quindi bocciata con sei voti contrari e cinque favorevoli”.